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Disabile aggredito dopo aver preso 500 euro per un rapporto: “Lo dirò a tutto il paese”

MADDALONI/RECALE/MARCIANISE/ORTA DI ATELLA. Un ragazzo fragile, segnato da difficoltà psicologiche certificate, è stato coinvolto in un complesso sistema di abusi nella provincia di Napoli, secondo quanto ricostruito dagli investigatori. Il quadro che emerge dagli atti d’indagine è quello di una crudele catena di adulti – apparentemente insospettabili – che lo avrebbero inserito in un ambiente degradante, fatto di denaro facile, rapporti sessuali a pagamento e consumo di droga.

La procura ritiene che la vulnerabilità del minorenne, giovane recalese che aveva meno di 15 anni all’epoca, sia stata sfruttata per renderlo una vittima ricorrente. Vari individui, tra i 19 e i 50 anni, lo avrebbero accompagnato a incontri dietro compenso – cifre modeste nella maggior parte dei casi, anche 20-30 euro, ma talvolta superiori, fino a 500 euro. Non era solo la prostituzione minorile a essere contestata, ma anche la fornitura di cocaina per spingere il ragazzo verso rapporti sessuali nonché la violenza fisica e le minacce nei suoi confronti.

La figura di V.B., trentottenne di Orta di Atella, risulta centrale: secondo l’accusa lo avrebbe accolto diverse volte nella propria abitazione, in presenza e con la collaborazione di altri adulti. In particolare, F.M. – anch’egli tra gli indagati – avrebbe organizzato gli spostamenti del minore, gestendo i contatti anche tramite telefono personale e, secondo i magistrati, partecipando personalmente a somministrargli sostanze. Almeno un episodio risulta particolarmente cruento: dopo che il minore aveva appena ricevuto 500 euro in seguito a un incontro sessuale, F.M. lo avrebbe aggredito fisicamente e derubato, accompagnando il gesto con la minaccia: «Dirò tutto a tuo padre e a tutti quelli del tuo paese».

Emergono anche responsabilità di altri adulti, come P.P., incaricato del trasporto del ragazzo presso diversi clienti, tra cui I.C. di Marcianise e A.R.C. di Maddaloni. Le ripetute violenze, spesso avvenute tra le mura domestiche degli indagati, confermerebbero la natura sistematica degli abusi. L’inchiesta sottolinea l’aggravante dovuta allo stato di “minorata difesa”: il minore, seguito dall’Asl per disturbi dell’apprendimento e problemi di condotta, risultava ancora più esposto alle manipolazioni e ai ricatti degli adulti.

 

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