
VILLA LITERNO. La Fgm Trasporti Srl, azienda di Michele Fontana attiva nel settore dei trasporti e della gestione rifiuti, resta sotto sequestro. Lo ha stabilito la terza sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Gastone Andreazza, respingendo il ricorso presentato dai legali dell’imprenditore liternese contro la decisione del tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere.
Il procedimento prende le mosse da una più ampia indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti, che vede coinvolto anche Giovanni Fontana, fratello di Michele, già detenuto. Le attività investigative della Guardia di Finanza avrebbero fatto emergere il coinvolgimento della rete legata a Raffaele Imperiale, soprannominato “il boss dei Van Gogh”, nella quale Giovanni avrebbe avuto un ruolo chiave, mettendo a disposizione un deposito per occultare 600 chili di cocaina destinati al mercato australiano.
Nel gennaio scorso, il tribunale di Napoli Nord ha respinto la richiesta avanzata dalla difesa per il dissequestro della Fgm Trasporti. Il provvedimento aveva riguardato non solo la società ma anche le partecipazioni societarie in 8 imprese, oltre 120 immobili (tra edifici e terreni), sei veicoli e numerosi conti correnti, per un valore complessivo superiore ai 50 milioni di euro.
Il ricorso in Cassazione, presentato dai difensori di Michele Fontana, sosteneva l’assenza di motivazioni adeguate sull’esistenza del “pericolo nel ritardo” (periculum in mora), evidenziando come i beni fossero già sottoposti a sequestro di prevenzione.
Ma la Suprema Corte ha rigettato le doglianze, affermando che l’esistenza di un sequestro di prevenzione non esclude automaticamente l’urgenza e la validità di un sequestro cautelare, specie se basato su presupposti e finalità differenti. Da qui la conferma dei sigilli alla società.

