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Jabil chiude, lavoratori lasciano vuota l’azienda e “pagano” per le assenze

MARCIANISE. Nuovo capitolo nella delicata vertenza che coinvolge il sito Jabil di Marcianise. Nella giornata di ieri, la Direzione Aziendale ha comunicato alla RSU l’intenzione di interrompere le attività produttive da lunedì 28 luglio a venerdì 1° agosto. Il motivo ufficiale è la migrazione dei sistemi operativi verso una nuova società compartecipata da Invitalia, operazione che comporterebbe una sospensione temporanea del lavoro.

Ma a suscitare la rabbia dei sindacati è stata la decisione di porre totalmente a carico dei lavoratori le assenze previste in quel periodo, imponendo l’utilizzo forzato di ferie e permessi maturati nel corso dell’anno. Una misura giudicata “unilaterale e penalizzante”, respinta senza esitazioni dalla RSU, che ha denunciato la mancanza di garanzie sul futuro occupazionale per circa 400 dipendenti.

Le rappresentanze sindacali di FIM, FIOM, UILM e FAILMS, già il 14 luglio scorso, avevano espresso con fermezza alla Regione Campania la loro contrarietà alla scelta di Jabil di abbandonare lo stabilimento casertano. Nel corso dell’incontro con l’assessore regionale Antonio Marchiello, i sindacati avevano sollecitato l’apertura urgente di un tavolo istituzionale alla presenza esclusiva di Governo, Regione e parti sociali.

Alla luce dell’ultima comunicazione aziendale, definita “l’ennesima forzatura”, i sindacati alzano nuovamente la voce: “È necessario e non più rinviabile un confronto diretto con le istituzioni entro la prossima settimana – si legge nella nota congiunta – per scongiurare punti di non ritorno che mettono a rischio la dignità e il futuro di centinaia di famiglie”.

La vertenza Jabil torna così ad occupare il centro del dibattito industriale campano, con uno scenario sempre più critico e l’urgenza di risposte concrete da parte delle istituzioni.

 

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