
CASAL DI PRINCIPE. Un sistema ben organizzato, in cui nulla era lasciato al caso. Il secondo segmento dell’inchiesta, che portò la scorsa settimana a 8 arresti, mette in luce il meccanismo economico che alimentava il business illecito delle scommesse: percentuali, accordi mensili, gestione dei portali e compensi destinati agli esercenti di sale giochi e bar.
Nel cuore dell’informativa spunta la Mini Countryman, a bordo della quale si sarebbero svolte discussioni fondamentali per comprendere la filiera del guadagno. È in questo contesto che si analizza il sistema di quote previsto per i titolari delle sale, i quali ricevevano inizialmente l’accesso ai portali di gioco in modo gratuito, come fase di “prova”. Superata quella soglia, scattava l’obbligo di corrispondere una percentuale fissa del 2% settimanale sulle giocate effettuate.
“Ma non gli ha detto come era… il conto era mensile”
Tra le voci intercettate, è significativa quella di Letizia Raffaele, che avrebbe detto: “Ma non gli hai detto come era… il conto era mensile ed era al 2%?”. Un riferimento chiaro a un sistema collaudato, in cui i proventi venivano ripartiti con precisione, evitando ritardi e incertezze.
Questa rete di compensi veniva affiancata da un’ulteriore spartizione interna: chi accedeva alle piattaforme guadagnava una somma mensile fissa, mentre gli utili extra venivano raccolti e ridistribuiti. Una parte di questi, come spiegato nella documentazione, sarebbe finita direttamente nelle mani di soggetti legati al clan.
“Aspetta lunedì”
Il ruolo della “Dea Bendata” si conferma ancora una volta cruciale: punto di raccordo, luogo fisico per i conti e simbolo di un sistema che operava su scala locale ma con ambizioni e modalità degne di una vera impresa criminale. I riscontri degli investigatori coincidono con quanto già affermato anni prima da collaboratori di giustizia: una percentuale, seppur modesta, garantiva l’accesso al business e fungeva da lasciapassare per entrare nel circuito.
Le conversazioni evidenziano inoltre la regolarità con cui le quote venivano riscosse e rendicontate, con la richiesta agli esercenti di “aspettare lunedì per vedere come voglio fare loro”. In sostanza, era la parte centrale dell’organizzazione a decidere tempi, modalità e cifre, confermando una gerarchia consolidata.
Alla fine, la percentuale del 2% sembrava un piccolo prezzo da pagare per entrare in un sistema che assicurava margini altissimi e protezione, almeno finché non sono intervenute le indagini a svelare tutto il meccanismo.

