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Smacco alla Lega ed ennesima tegola: lo Stato chiede indietro più di un milione di euro

San Felice a Cancello. Botta e risposta in consiglio comunale ieri tra Luciano Bernardo e il sindaco Giovanni Ferrara.

Dopo che il 42enne primo cittadino ha ufficializzato le deleghe agli assessori. Bernardo si è alzato e ha chiaramente detto che si è atteso tanto per avere una giunta non all’altezza del compito.

“Purtroppo non è andata così – ha detto il 5 stelle – ci saremmo aspettati di meglio, tutto il rispetto per questi assessori ma per il Comune c’è bisogno di relazionarsi dove conta esserci. Esprimiamo il nostro dissenso”.

Una bocciatura su tutta la linea.

Ferrara ha risposto a muso duro difendendo le competenze dei suoi assessori. Chiaramente si è atteso tanto e probabilmente il commercialista avrebbe dovuto agire diversamente, i 5 stelle hanno ragione.

 

Smacco alla Lega e al segretario provinciale Mastroianni

 

Nel corso della seduta non è stata nemmeno elencata la delega di vicesindaco di Mario Verlezza, uno smacco non da poco per la Lega del segretario provinciale Salvatore Mastroianni, il vicesindaco spetta a questo partito secondo gli accordi ma Ferrara ha glissato.

 

Ennesima tegola sul Comune, nuovo debito da un milione e mezzo

 

Sono tanti i problemi, ieri è giunta in Municipio la notizia di un debito di un milione e mezzo di euro da restituire allo Stato in 5 anni.

Si tratta di un prestito che avevano chiesto i commissari ma in realtà non c’erano le condizioni per acquisirlo ed ora bisogna dare tutto indietro. Naturalmente questa amministrazione non ha colpe ma è comunque un’altra spada di Damocle.

 

Problemi di tributi per qualche consigliere: spettro decadenza

 

 

Un’altra notizia che è proprio di queste ultime ore è quella riguardante alcuni cittadino che stanno per presentare un’istanza atta al controllo delle autocertificazioni sulle posizioni di alcuni consiglieri comunali. Inversamente da quanto dichiarato i suddetti non sono in regola con il versamento dei tributi e questo potrebbe rappresentare per loro la decadenza dalla carica.