SAN CIPRIANO D’AVERSA. È definitiva la condanna a quasi dieci anni di carcere per Giuseppe Iovine, fratello del noto ex boss Antonio Iovine, ora collaboratore di giustizia. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione, con presidente Giovanna Verga, ha rigettato il ricorso avanzato dalla difesa dell’imputato contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli.
I giudici avevano confermato quanto stabilito in primo grado dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: 9 anni e 10 mesi di reclusione per quattro episodi di estorsione aggravata, tutti commessi sfruttando il prestigio criminale legato alla famiglia Iovine.
Le intimidazioni contestate risalgono ad anni passati ma hanno avuto come bersaglio imprenditori e commercianti di varie località del Casertano. In particolare, un costruttore attivo a Castel Morrone sarebbe stato costretto a versare 40mila euro mentre stava realizzando un complesso residenziale da 18 alloggi. Altri episodi riguardano un’agenzia pubblicitaria di Frignano e due commercianti di Casaluce, avvicinati con richieste di denaro sotto velata minaccia.
La difesa di Iovine aveva chiesto l’annullamento della sentenza invocando il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, evidenziando anche l’adesione al programma di protezione come familiare di un collaboratore di giustizia. Ma la Cassazione ha bocciato il ricorso, ritenendolo infondato.
Nel dispositivo si legge che la Corte d’Appello ha “adeguatamente motivato il giudizio di equivalenza tra circostanze attenuanti e aggravanti, tenendo conto della gravità dei reati, della loro reiterazione, del danno subito dalle vittime e dei numerosi precedenti penali dell’imputato, che delineano una personalità negativa e pericolosa”.
Il nome Iovine, per anni sinonimo di potere criminale nel clan dei Casalesi, torna così al centro della cronaca giudiziaria, seppure con toni e contorni diversi da quelli del passato.
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