
MADDALONI. Accuse durissime piovono sull’amministrazione comunale da parte dei consiglieri di opposizione, che denunciano pubblicamente una gestione opaca e clientelare dei concorsi pubblici banditi negli ultimi mesi. Secondo i firmatari del documento – Alfonso Formato, Giuseppe Magliocca, Italia Tagliafierro e Francesca Benenati – dietro l’apparente regolarità delle procedure si nasconderebbe un sistema chiuso e autoreferenziale, che avrebbe premiato amici, parenti e volti noti della politica locale.
“Tra i vincitori – scrivono i consiglieri – figurano figli, figlie, nipoti, cognati e familiari di consiglieri comunali in carica, ex amministratori e funzionari del Comune”. In alcuni casi, i nomi dei selezionati sarebbero riconducibili direttamente a candidati delle liste elettorali che hanno sostenuto l’attuale sindaco. In altri, si tratterebbe di soggetti non residenti a Maddaloni ma legati da parentele con politici attivi in altri comuni.
Una situazione che, pur non configurando reati – come precisano gli stessi consiglieri – pone comunque gravi interrogativi sul piano etico e politico. “Non andiamo in Procura – affermano – perché non siamo in possesso di notizie di reato. Ma la nostra è una denuncia politica, e come tale non resterà inascoltata”.
Ad aggravare il quadro, secondo l’opposizione, è la composizione delle commissioni esaminatrici, tutte formate da dipendenti comunali, “gli stessi che lavorano quotidianamente fianco a fianco con dirigenti e politici dell’amministrazione”. Un contesto che, secondo i consiglieri, alimenta un “evidente conflitto d’interessi” e mina profondamente la fiducia nei confronti dell’istituzione pubblica.
“Quello che doveva essere un momento di speranza per tanti giovani – si legge nella nota – si è trasformato nell’ennesima fiera del privilegio e della parentela, a danno dei maddalonesi perbene che meritano un Comune fondato sul merito, non sulla fedeltà politica”.
L’opposizione chiede ora l’apertura di un’indagine esterna per verificare la regolarità dei concorsi e propone che, in futuro, le commissioni vengano formate da membri indipendenti ed esterni all’amministrazione.
“Noi non staremo zitti – concludono – perché Maddaloni non è un feudo privato, ma una città che appartiene a tutti”.

