SAN LEUCIO – CASERTA (Stefania Mastroianni). Arrivato ieri a Caserta il tour estivo della cantautrice siculo-torinese Levante, sulla carta d’identità Lagona Claudia, classe 1987 e un successo in ascesa.
La tappa casertana ha visto il Belvedere Reale di San Leucio protagonista dello spettacolo musicale che sta portando “Magmamemoria” da nord a sud, in siti di interesse archeologico che puntano alla rivisitazione del passato, in linea con lo spirito del nuovo album della cantautrice in uscita il 4 ottobre, inciso da Warner Music Italy, una major che segna definitivamente il passaggio di Levante da un pubblico “di nicchia” in odore di indie a uno sempre più grande e pop.
Lo spettacolo ha avuto lo stesso ritmo di una canzone: è partito lento per raggiungere le vette più alte dell’allegro-andante e ritornare, infine, ai toni morbidi dell’inizio ma con più brio. Un ritmo che somiglia molto a Levante e al suo percorso artistico, fatto di intimità ma anche di pezzi più “distruttivi”, grintosi e gonfi a volte di rabbia, a volte di determinazione.
Il concerto è iniziato con ritardo notevole, ma la cantautrice si è subito fatta perdonare grazie alla sua maestria nel comunicare col pubblico attraverso la sua musica e le sue parole. Un arrivo acclamato da applausi di gioia dei fan che vedono finalmente arrivare la loro beneamina, regina del palco e per una sera del Belvedere che fu dei Borbone.
Sembra essere molto a suo agio, Levante, nel muoversi a grandi falcate sul palco casertano, fasciata in dei pantaloni rosa a zampa che le strizzano la vita sottilissima, inerpicata su tacchi altissimi che non riescono a vedersi al di sotto dei volant ornamentali delle braghe. Levante è una stella, minuta ma piena di forza, anche se sembra quasi spezzarsi quando si muove da un punto all’altro della ribalta.
Sembra essere molto a suo agio in Campania, e a Caserta, dove approda per la prima volta, in una terra dove sorge un vulcano, come in quella sua di origine.
Levante saluta il Vesuvio, che dal Belvedere di San Leucio è ben visibile – insieme al territorio casertano e alla bellissima Reggia vanvitelliana – quando, all’inizio del concerto saluta Caserta e il popolo campano e omaggia il vulcano, quella montagna che erutta e alla quale sembra aver votato la sua arte, tanto da farlo confluire nell’ultimo singolo “Lo stretto necessario” in cui ha duettato con la conterranea Carmen Consoli, una che di vulcani ne sa qualcosa.
Scenografia sobria, con cinque cerchi di luce rossa che vogliono rappresentare l’armonia della circolarità e luci che riempiono, ad effetto, il palcoscenico.
La cantautrice di “Alfonso” e “Pezzo di me” si esibisce col supporto dei suoi musicisti storici (Orefice, Odasso, Sanfilippo) e di nuovi artisti appositamente pensati per gli intramezzi di acustica: al primo violino Tommaso Belli, al secondo violino Enrico Catale, alla viola Ruggero Mastrolorenzo, al violoncello Lucia Sacerdoni, ai cori Lorenza Giusiano. Infine, al basso e al synth Matteo Giai.
In tutto il crescendo del concerto, Levante “lascia delle briciole di Magmamemoria”, assaggini del prossimo album che porta un nome strambo, comunione di quel magma vulcanico di cui si diceva prima e della memoria, il viluppo di pensieri, esperienze, ricordi e matrici di cui è fatta l’esistenza di ogni essere umano.
Brani inediti sono stati cantati e suonati da Levante e i suoi musicisti, come “Se non ti vedo non esisti”, “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” e “Magmamemoria”, quest’ultimo suonato durante il “capitolo” acustico della serata, quella dedicata agli archi e alla voce, dove il timbro e la potenza vocale di questa spumeggiante artista sono stati gli unici, immensi protagonisti.
Non è mancato il momento in cui ci si è scatenati, al suono della danzereccia “Non me ne frega niente”, in cui il pubblico delle file più lontane si è letteralmente riversato, correndo, sotto al palco e lungo il corridoio per muoversi al ritmo di quella canzone che nel 2017 annunciò il terzo album (“Nel caos […]”) della cantante. Oppure con “Gesù Cristo sono io”, con cui rabbiosamente racconta il calvario di una donna vessata dal compagno, e con la più rockeggiante “Di tua bontà”.
Prima della conclusione dello spettacolo, la cantante si è trovata anche di fronte ad una sorpresa che l’ha spiazzata, quando a un certo punto il pubblico riversatosi sotto al palcoscenico ha cominciato a cantare “Oi vita, oi vita mia”, il ritornello della canzone del repertorio classico napoletano ” ‘O surdato nnamurato”.
“La Campania canta sempre più forte di te, lo dico sempre quando passo di qui.” sono state le parole emozionate della cantante dopo questa manifestazione d’affetto. E si è conclusa così, con un grande boato, la tappa casertana del tour estivo di Levante, facendo vibrare quelle mura piene di storia fatte ristrutturare nel XIV secolo da Ferdinando IV che ne fece, eccezionalmente per l’epoca e per il Regno, un posto dove nacquero i diritti delle donne e il socialismo, di cui noi casertani siamo davvero tanto orgogliosi.