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“Lontani”: corto in concorso al Festival Internazionale del cinema, c’è l’attore Nuzzo

Santa Maria a Vico. Il cortometraggio “Lontani”, scritto e diretto dal giovane filmmaker Marco Natella, è stato selezionato per la 78ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno, dove sarà presentato in concorso. Il pubblico potrà guardare e votare il cortometraggio sulla piattaforma on-demand del festival, dal 25 al 29
novembre 2024 da questo link

“Lontani” è un intenso cortometraggio di 23 minuti girato lo scorso maggio tra Salerno e Vietri sul Mare, luoghi che fanno da sfondo al film, valorizzando la bellezza della Costiera Amalfitana. Le scene interne sono state invece registrate in una villa a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta. Il cortometraggio offre un viaggio emotivo che esplora il tema del distacco, delle connessioni perdute e della ricerca di sé stessi.

La trama ruota attorno a un giovane protagonista, il cui vissuto è segnato da un tragico evento che ha definito la sua giovinezza. Un incontro con un passato doloroso riapre vecchie ferite e porta alla luce conflitti interiori profondi, in un percorso di riconciliazione con il proprio passato e con le proprie emozioni.

A partire da fine novembre 2024, “Lontani” sarà distribuito e presentato in diversi festival cinematografici, promettendo di conquistare il pubblico con la sua narrazione emotiva e il suo sguardo sensibile verso il dolore e la memoria.

A fare parte di questo grande progetto cinematografico c’è anche l’attore di Santa Maria a Vico Igino Maria Nuzzo che interpreta Diego nel cortometraggio.

Di seguito le varie interviste fatte al regista, e agli attori.

Intervista all’attore Igino Maria Nuzzo (Diego nel cortometraggio)

Domanda: Quale è stata per te la scena più complessa?

La risposta dell’attore “Per me, la scena più complessa è stata una delle scene centrali del cortometraggio, in cui non avevo dialoghi e dovevo esprimere tutto solo attraverso il mio volto e il mio sguardo. Questa sfida è stata difficile, perché comunicare e trasmettere emozioni in quel modo richiede una preparazione profonda. Devi entrare nella scena, emozionarti in prima persona e, successivamente, riuscire a coinvolgere anche gli altri. Credo di essermi emozionato e spero di essere riuscito a trasmettere queste emozioni anche a chi guarderà il cortometraggio”.

Domanda: Perché le persone dovrebbero vedere Lontani?

Risposta dell’attore: “Credo che le persone dovrebbero vedere Lontani perché è un cortometraggio che doveva essere realizzato. Fin dall’inizio ci siamo chiesti se valesse la pena raccontare questa storia, e ora, essendo qui, posso dire che ne è valsa la pena. Personalmente, mi ha emozionato e spero che anche gli spettatori possano provare le stesse emozioni. Mi auguro che si possano identificare in Diego, nel padre, e negli altri personaggi. Questo cortometraggio racconta una storia semplice ma di grande impatto, che fa riflettere su come le emozioni che portiamo dentro debbano essere comunicate. Quindi, spero davvero che lo guarderete”

 

Intervista al regista e sceneggiatore Marco Natella:

Domanda: Da dove nasce l’idea del cortometraggio?

Risposta del regista: “L’idea del cortometraggio nasce dal desiderio di esplorare le conseguenze di una tragedia familiare, mettendo in luce come questa possa fratturare i rapporti, far emergere sentimenti complessi e generare conflitti interiori. Ho immaginato un intenso rapporto tra padre e figlio, che ad un certo punto viene interrotto. Da un lato c’è Diego, il figlio, che ha perso la fiducia nel padre; dall’altro, c’è il padre stesso, determinato a riconquistare quella fiducia a qualunque costo.

Domanda: Il cortometraggio è ispirato ad una storia vera?

Risposata del regista: “Sebbene ci sia stata una ricerca su storie reali che presentano somiglianze, l’idea del cortometraggio è nata in modo inaspettato una sera, quando mi trovavo a casa senza ispirazione per scrivere nuove sceneggiature. Improvvisamente, in piena notte, ho sentito bussare al campanello: un ragazzo cercava aiuto per chiamare un’ambulanza, raccontando che qualcuno in casa sua si era sentito male”

Domanda: Quindi sarà un cortometraggio drammatico?

Risposta del regista: “Sicuramente non è una storia felice, ma è un viaggio attraverso i sentimenti complessi che accompagnano il dolore. È interessante esplorare il tema della mancanza, perché credo che la vera bellezza risieda proprio in ciò che non abbiamo. Il dolore ci invita a riflettere su ciò che ci manca e, in questo processo, ci spinge a cercare nuove fonti di felicità. Questa ricerca, a sua volta, arricchisce la nostra esperienza emotiva e ci fa crescere”.

Intervista all’attore Roberto Quattrucci (padre nel cortometraggio):

Domanda: Cosa hai pensato la prima volta che hai letto la sceneggiatura?

Risposta dell’attore: “Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta, ho subito riconosciuto le capacità di Marco. Avevo già fiducia nel suo lavoro, avendolo conosciuto in precedenza. È stato affascinante vedere come la sceneggiatura di un giovane autore affrontasse tematiche profonde come paure e ansie”

Domanda: Come hai approcciato al tuo personaggio?

Risposta dell’attore: “Ho approcciato al personaggio con una certa difficoltà, poiché la storia descrive un padre disattento che ha vissuto male il disastro che gli è capitato, perdendo il contatto con il figlio. È un tema complesso, soprattutto per un attore che deve immedesimarsi nel ruolo”