Santa Maria Capua Vetere. E’ un giallo la questione del video del colloquio avuto dal magistrato di sorveglianza Marco Puglia con il detenuto algerino Lamine Hakimi quattro pochi giorni dopo i pestaggi commessi dai poliziotti penitenziari nei confronti di oltre 200 reclusi del Reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Il detenuto è poi morto alcune settimane dopo nel reparto di isolamento dell’istituto carcerario, a detta della Procura per responsabilità di alcuni dei 105 imputati – poliziotti della Penitenziaria, funzionari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e medici dell’Asl di Caserta – del maxi-processo in corso di svolgimento all’aula bunker annessa allo stesso carcere casertano.
Il video si pensava dovesse essere nel fascicolo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, e invece non è mai stato trovato, nonostante le istanze presentate già mesi fa dagli avvocati Giuseppe Stellato ed Edoardo Razzino, difensori dell’ex comandante della polizia penitenziaria nel carcere al momento dei fatti, Gaetano Manganelli, che hanno chiesto alla Corte di disporre una perizia d’ufficio, lamentando l’incompletezza del materiale probatorio, visto che sono agli atti tutti i video dei colloqui svolti da Puglia il 10 aprile, e mancano solo gli otto minuti di Hakimi.