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Clan e zucchero, il tesoro del patron defunto resta allo Stato

CASAL DI PRINCIPE. La seconda sezione della Corte di Cassazione, ha rigettato l’istanza proposta dagli eredi di Dante Passerelli, il re dello zucchero, considerato vicino agli Schiavone, contro il provvedimento del tribunale che aveva rigettato la richiesta di revoca della confisca dei beni.

Si tratta di immobili acquistitati negli anni ’80 a Castel Volturno e Villa Literno da Dante Passarelli, morto nel 2004 a seguito di un misterioso incidente, proprio pochi mesi prima della sentenza di primo grado del processo Spartacus in cui lo stesso Passarelli era imputato del delitto di associazione mafiosa insieme ai vertici del clan dei Casalesi.

Il patrimonio reqquisito costituito da società immobiliari e agricole, centinaia di immobili e centinaia di terreni agricoli e beni strumentali. Nel mirino dell’indagine anche l’azienda agricola acquistata nella metà degli anni ’90 dai massimi vertici dell’organizzazione dei Casalesi (Schiavone, De Falco e Bidognetti) attraverso Dante Passarelli, per un valore di oltre 10 miliardi di lire. In quell’occasione la forza del clan camorristico dei Casalesi fece sì che alcuni possibili acquirenti della tenuta agricola ex Cirio venissero dissuasi.