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Pizzo e clan, nelle intercettazioni i rampolli dei boss: “Ma non devi nemmeno nominarli”

MARCIANISE. Vecchi nomi, storie di ritorno, in inchieste nuove. L’ultima indagine sul clan Belforte, quella che ha portato all’arresto di Giovanni Anziano e del nipote, conduce inesorabilmente all’epicentro e l’origine della cosca: agli eredi dei vecchi padrini dei Mazzacane.

In particolare nelle intercettazioni tra il ras ultracinquantenne, ora in crcere, e la consorte si parla anche di Camillo Belforte. Un nome che, indipendentemente dal fatto che si tratti del figlio di Domenico o di quello di Salvatore e che sia del tutto estraneo all’inchiesta della Dda, incute ancora timore. Al punto che la moglie di Anziano dice ad un interlocutore: “Non permetterti di nominarlo. Vai dicendo che prende i soldi torno torno, ma noi rispettiamo il cane per il padrone”.

La cosca ormai ha pochi numeri, ma i reggenti possono ancora contare su legami importanti. “A Marcianise non hanno nessuno, ma fuori paese sì: tengono soldi e amicizie” è una delle frasi ascoltate nelle intercettazioni acquisite proprio sulla figura di Anziano.