Portico di Caserta. A Portico non hanno digerito il trasferimento ad appena un chilometro di distanza dell’amatissimo viceparroco don Francesco Zacchia dalla chiesa di San Pietro Apostolo a quella dei dirimpettai di Macerata Campania, San Martino Vescovo.
Don Francesco è finito quindi alla corte dell’abate curato don Rosario Ventriglia che dimostra sostanzialmente di avere un peso specifico significativo nell’ambito della diocesi di Capua.
La tensione
Insomma sulle cittadine della festa di Sant’Antuono rischia seriamente di ritornare la ‘guerra fredda’ dopo i concordati primaverili che hanno visto la vittoria di Giovanni Battista Di Matteo come sindaco, sostenuto anche dai cugini al di là delle Chianche.
Il parroco emergente
A Portico non ci stanno perché don Francesco è stato poco meno di due anni e tanti sono bastati per farsi apprezzare in lungo e in largo.
Un prelato rampante, dai modi gentili, sempre vicino ai giovani, aveva conquistato tutti con il suo sorriso e il suo garbo.
Ce ne siamo resi conto anche noi durante l’ultima festa di Sant’Antuono, la gente lo acclamava, lo salutava, di preti come lui ce ne vorrebbero di più nella nostra chiesa, dove talvolta le sorprese sono dietro l’angolo.
Chiaramente nulla contro il suo successore Don Fioravante Amato vicario Parrocchiale a San Marcello Martire e appunto a San Pietro Apostolo, però i portichesi non riescono a spiegarsi che senso abbia trasferire dopo poco tempo un viceparroco in una chiesa che dista un chilometro dall’altra.
Se don Zacchia fosse stato trasferito a Santa Maria la Fossa o nella diocesi di Caserta, il problema non si sarebbe posto.
Di sicuro ci saranno delle iniziative, per un estremo tentativo di far tornare don Francesco, vedremo cosa accadrà. A Portico non ci stanno…