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Casertana, esordio a porte chiuse per colpa delle telecamere: scoppia il caso

CASERTA. È polemica a Caserta per la decisione della Prefettura di far disputare la prima gara interna della Casertana – il match di Coppa Italia con il Giugliano in programma per stasera alle 21 – a porte chiuse. Parte dell’opposizione in Consiglio Comunale attacca il Comune, mentre la Prefettura sembra richiamare responsabilità della Casertana Calcio. Dal Comune viene spiegato che “il Comitato Provinciale di Ordine e Sicurezza pubblica ha ricevuto una carente documentazione tecnico-amministrativa da parte della Casertana calcio, che ha impedito allo stesso Comitato di rilasciare l’autorizzazione per consentire il regolare svolgimento degli incontri di calcio presso lo Stadio ‘Pinto’. Ciò ha determinato la conseguente impossibilità, da parte del Sindaco di Caserta, Carlo Marino, di emettere l’autorizzazione ex artt. 68 e 80 del TULPS”.

In una nota i consiglieri comunali della Lega Alessio Dello Stritto, Fabio Schiavo, Maurizio Del Rosso ed Elio di Caprio, parlano invece di “inefficienza amministrativa del Comune di Caserta che non sembra avere fine, a riprova di ciò si aggiunge il goffo tentativo del Sindaco Marino di scaricare, ancora una volta, la responsabilità sulla Casertana e far pagare un prezzo troppo alto ai suoi tifosi. Non sorprende che Marino agisca con la Casertana come ha fatto con i suoi assessori per salvare la poltrona. Ringraziamo il Questore e la Prefettura per il lavoro serio e produttivo per la nostra Città, solidarietà ai tifosi rossoblù e alla Casertana per la vergognosa incapacità del Sindaco e della sua giunta”.

Dalla Prefettura fanno poi sapere che “a seguito di precedenti infruttuose riunioni del Comitato provinciale di Ordine e sicurezza pubblica è emersa la carente documentazione tecnico-amministrativa presentata dalla Casertana ai fini del richiesto rilascio di parere di competenza per consentire il regolare svolgimento degli incontri di calcio presso lo stadio ‘Pinto’, con particolare riguardo alla mancata approvazione dell’impianto di videosorveglianza non rispondenti ai requisiti necessari”.