Caserta. Quasi tre anni fa, è stato scoperto, grazie a un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Vicenza, un ampio giro di fatture false per la sponsorizzazione che coinvolge i dirigenti del team di Breganze (Vicenza) VC Breganze e Cyberteam Breganze, e decine di aziende del vicentino.
Alla fine delle indagini, sono state indagate 53 persone e tra queste c’è un 42enne di Caserta che risiede a Vedelago, Giuseppe Parolisi, un finanziere in servizio presso la Compagnia di Castelfranco Veneto.
Ieri, dopo tutto questo tempo, Parolisi che è stato difeso dall’avvocato Fabio Pavone è stato assolto con formula piena dal Tribunale Berico.
L’inchiesta è stata denoiminata “Ritorno in bici” è il 42enne era entrato in tale inchiesta, come direttore sportivo giovanile del team ciclistico di Breganze.
Secondo le indagini svolte alcuni degli indagati avrebbero sottoscritto, oltre 8 anni fa, dei contratti di sponsorizzazione per 1,4 milioni di euro che non erano regolari dal momento che una parte dei soldi, circa 700 mila euro, sarebbero stati restituiti agli “sponsor” sotto forma di contante, assicurando così la possibilità di evadere le tasse.
I soldi in nero sarebbero stati prelevati da alcune carte di credito in uso agli atleti ma che la società avrebbe comunque detenuto.
Oltre a ciò a Parolisi era stata sequestrata una chiavetta con dentro la vera contabilità del team.
Ad incastrare il finanziere, che al momento di essere indagato si era visto trasferire a Roma, ci sarebbero state le celle telefoniche che lo posizionavano nei pressi degli sportelli bancomat che sarebbero stati utilizzati per i prelievi del contante.
Ma l’avvocato del finanziere è riuscito a dimostrare che il finanziere non poteva essere lì, dato che in quelle date era i servizio, spesso impegnato in controlli ad aziende della castellana che solo fortuitamente erano vicine agli istituti bancari.
Parolisi inoltre avrebbe ritirato la chiavetta vuota e solo un software della Guardia di Finanza aveva trovato all’interno la contabilità cancellata.
Ma il finanziere non sarebbe stato in grado di operare su tali file, la cui scrittura e cancellazione era avvenuta in tempi precedenti al suo sbarco a Breganze come direttore sportivo.
Alla fine del processo, da cui erano state stralciate le posizioni di molti imputati che avevano deciso di patteggiare, sono stati condannati N.A. e G.A., rispettivamente proprietario e manager della società di ciclismo.
Dovranno scontare 2 anni di carcere con la sospensione della condizionale.