Teverola. Minaccia il vicino con un fucile, la sentenza delle Corte di Cassazione.
Dopo anni, è stata confermata la pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione oltre 6000 euro di multa per R.P., 46enne di Teverola.
A stabilirlo la prima sezione della Corte di Cassazione presieduta da Vito Di Nicola, che ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Napoli che confermava la pronuncia di primo grado avendo ritenuto il 46enne responsabile dei reati in continuazione di minaccia aggravata al vicino, detenzione illegale di arma da sparo, ricettazione, alterazione dell’arma, detenzione abusiva di munizioni, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La prova della penale responsabilità di R.P., era stata assunta dalle dichiarazioni delle persone offese e di quelle dei testimoni oculari nonché dal ritrovamento del fucile contraffatto e dalle condizioni quindi in cui l’arma si conservava.
L’episodio di cui è accusato il 46enne è avvenuto nel settembre 2018, quando i carabinieri di Aversa sono intervenuti in via Roma a Teverola, per una lite domestica.
Al culmine di una lite con la moglie, R.P. imbracciò un fucile minacciando di morte un vicino di casa perché era intervenuto in soccorso della donna, e per fermare la lite.
L’uomo, vedendo i militari, li aggredì. All’esito della perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato un fucile a canne mozze marca Zanardini modificato artigianalmente e risultato oggetto di furto ai danni di un pensionato di Marcianise.
Il 46enne ha proposto ricorso assistito dai suoi legali adducendo vizi di legge e motivazione del disposto della Corte d’Appello partenopea.
Inoltre il ricorrente ha lamentato dei travisamenti nelle dichiarazioni rese dalle persone offese, dai testimoni oculari e dagli stessi militari procedenti aggrediti.
Per la Suprema Corte la sentenza di secondo grado non è viziata né tantomeno sono intervenuti travisamenti. Per tali motivi ha ritenuto inammissibile il ricorso.