SANTA MARIA CAPUA VETERE (red. cro.). Nel cuore del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in particolare nel reparto Tamigi, si sono vissuti momenti di forte tensione ieri mattina proprio mentre si svolgevano alcuni esami di maturità di alcuni detenuti e alla presenza di docenti e commissari esterni. Alcuni detenuti hanno deciso di scendere in protesta per solidarizzare con un compagno recluso che da tempo chiede di essere curato fuori dal carcere.
Si è tornati per un attimo ai fatti dell’aprile 2020 ma soprattutto ad una vicenda simile che lo scorso anno: la rivolta di alcuni reclusi per solidarizzare con il detenuto Nebbia al quale fu negato di andare a trovare il fratello in ospedale, poi morto.
La situazione, già delicata di per sé, si è ulteriormente complicata con l’inasprirsi delle tensioni legate ad una presunta ritorsione: l’ennesimo recupero di droga all’interno carcerarie. Circa 250 grammi di sostanze stupefacenti sono stati sequestrati a un familiare di un detenuto la scorsa settimana, scatenando così ulteriori fermenti tra i reclusi ma soprattutto i 60 telefonini che aveva addosso l’infermiere A.S. che non sono mai entrati in carcere dopo il fermo dell’operatore sanitario. Intanto, i sindacati continuano a insistere per schermare tutto il carcere e inibire le comunicazioni con appositi sistemi.