NAZIONALE – Negli ultimi anni, l’influenza aviaria ha continuato a diffondersi in diverse parti del mondo, creando preoccupazione tra la comunità scientifica e le autorità sanitarie. Ciò che prima era un problema soltanto riscontrato nei polli, adesso si sta allargando anche ad altri animali. Come ad esempio le mucche, un animale sempre più colpito dal virus H5N1.
Anche se in Europa e in Italia al momento non si registrano focolai, negli Stati Uniti sono diversi i casi accertati, tra cui alcuni che hanno raggiunto gli esseri umani. Come ha detto anche l’OMS, “per il momento è stato segnalato un solo caso umano, almeno 220 persone sono monitorate e altre 30 sono state sottoposte a test”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto fare un invito per limitare i rischi. Si è scoperto infatti che il virus è presente anche nel latte crudo. Rischi che scompaiono in caso di latte pastorizzato. Per questo motivo l’OMS ha invitato tutti a consumare solo latte pastorizzato e non crudo perché la pastorizzazione elimina il virus.
In questo modo si limita i rischi di salto di specie. “Il virus H5N1 è un ‘sorvegliato speciale’ ormai da decenni. È considerato da tempo il possibile candidato per una nuova pandemia e per questo motivo sottoposto ad un livello stretto di sorveglianza e controllo. Lo conosciamo bene”, ha detto il prof. Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di Igiene all’università del Salento.