Sono ormai lontani i tempi in cui il panettone era un dolce consumato esclusivamente in occasione delle festività natalizie. Oggi come oggi, non è più così inusuale gustarlo anche fuori stagione – magari, un giorno, questo cambio di passo sarà annoverato tra le curiosità storiche sul dolce – soprattutto in virtù delle peculiarità uniche degli ingredienti.
Preparazione che, al palato, restituisce uno straordinario effetto burroso, il panettone viene esaltato al massimo dal calore, che ricerchiamo, a tavola, fin dai primi cenni di autunno.
Se si pensa poi alle numerose varianti sul mercato, delizie che, come il panettone al cioccolato fondente di Infermentum, azienda che, da un piccolo laboratorio e sfruttando il potere del web, è diventata un caso unico in Italia di utilizzo virtuoso del lievito madre, vedono in primo piano ingredienti amati a prescindere dal periodo, è facile capire come mai il panettone sia ormai uscito dal vincolo delle settimane natalizie.
Forse non tutti sanno che, per esempio, sono sempre di più gli sposi che lo scelgono come accompagnamento per la torta nuziale.
Non c’è che dire: quando un dolce è radicato nella tradizione, ogni step della sua storia è caratterizzato da curiosità interessanti, che non devono per forza essere ammantate di leggenda e legate a sontuosi pranzi in altrettanto meravigliosi castelli.
Dal banchetto natalizio organizzato da Ludovico il Moro dietro le quinte del quale, secondo la leggenda, lo sguattero di cucina Toni, dopo aver bruciato il dolce principale, avrebbe inventato il panettone “arrangiandosi” con gli ingredienti rimasti in cucina, di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta e il panettone, ancora oggi, richiama tradizioni e curiosità speciali.
Una di queste è il rito del ciocco, usanza che, nel tempo, è andata a perdersi. In cosa consisteva? Nel mettere nell’impasto una moneta d’oro e d’argento. Chi la trovava, veniva considerato fortunato per i mesi a venire.
Anche se oggi, come già accennato, lo gustiamo in numerose varianti buonissime, da quella senza uvetta fino al panettone alla manna, e quando le assaggiamo non pensiamo certo a rimedi contro il raffreddore e il mal di gola, in passato il panettone era visto come un elisir protettivo contro queste affezioni di stagione.
La tradizione milanese di conservare il panettone natalizio per il 3 febbraio, San Biagio, in passato era presa molto sul serio: il panettone doveva essere mangiato a digiuno per fare in modo, come già detto, di tutelarsi contro raffreddore e mal di gola nei mesi invernali.
Sulla sua efficacia in merito ci sarebbe molto da dire, anche se la saggezza popolare ci regala sempre sorrisi e merita di essere ricordata. Di certo, approfittarne per gustare un buon panettone fuori stagione ha sempre il suo perché (soprattutto oggi che è possibile trovare prodotti preparati con ingredienti genuini e di eccelsa qualità).