REGIONALE. Richiesto il rinvio a giudizio per una donna che esercitava abusivamente la professione di medico. A seguito della chiusura delle indagini preliminari, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento e svolte dai militari della Guardia di Finanza – Compagnia di Ariano Irpino (AV, è stato richiesto al Giudice per l’udienza preliminare il rinvio a giudizio nei confronti di una donna della provincia di Avellino per i reati di esercizio abusivo della professione medica (art. 348 c.p.) truffa (art. 640 c.p.) formazione di atti falsi (art. 482 c.p. in relazione all’art. 476 c.p.) e false informazioni su qualità personali (art 496 cp).
Le investigazioni sono state avviate nel novembre 2021, allorquando nell’ambito di un controllo ispettivo si veniva a conoscenza che l’attuale imputata operava all’interno di numerosi centri estetici campani, effettuando iniezioni sottocutanee di botulino e di filler, prescrivendo ricette e medicinali senza alcun titolo.
Le successive indagini permettevano di identificare una vasta rete di clienti della presunta professionista che, oltre ai numerosi servizi di medicina estetica, effettuava prestazioni come estetista, pubblicizzando l’attività sul suo profilo Facebook, pubblicando post relativi agli interventi di Filler.
Si è proceduto a suo carico anche per truffa perché, senza possedere alcun titolo esercitava la professione di medico estetico effettuando interventi di chirurgia estetica come filler alle labbra, botox e infiltrazioni di acido ialuronico su varie parti del viso, arrivando a percepire somme quantificate in euro 5.560, 00.
Nel corso dell’attività di perquisizione locale, esibiva alla p.g. una pergamena di “Laurea Breve per Docenti di Medicina Estetica”, rilasciata dall’Università di Fisciano che risultava falsa data l’inesistenza di una facoltà denominata “Medicina estetica” e la mancata attivazione del predetto corso, una copia fotostatica di un titolo di studio recante l’intestazione “Università Tor Vergata”, risultato anche esso falso.
Si accertava che la stessa esibiva e poneva in bella vista, sia presso lo studio estetico di casa sua, sia presso lo studio che aveva in Ariano Irpino, titoli di studio e pergamene ritenute false. Anche nel corso dell’attività investigative, interrogata sulla propria identità, faceva mendaci dichiarazioni ai militari operanti, presentandosi come dottoressa che esercitava la propria attività presso il centro vaccinale di Flumeri.