SANTA MARIA CAPUA VETERE. (Antonio Tagliacozzi) E’ uno squallore quel cubo in vetro e ferro al centro della città, realizzato alle spalle del vecchio municipio appositamente per evidenziare i reperti portati alla luce nel sito. La Soprintendenza nicchia e l’erbaccia sta invadendo tutte le vestigia giudicate dalla stessa Soprintendenza quanto mai importanti. E allora a che cosa serve la Soprintendenza almeno a santa Maria, si chiede la collettività ? A bloccare i cantieri, a prendere tempo e a contribuire al collasso dell’economia locale che, come si sa, ha come volano l’edilizia pubblica e privata, ma se questa viene bloccata, in quale sviluppo si può sperare? Il comportamento del locale ufficio della Soprintendenza sembra un corpo avulso dalla realtà, cammina per fatti suoi, sfruttando la debolezza dell’ente locale che le concede molti privilegi avendo in cambio solo calci in faccia, vedi la questione delle canne fumarie all’interno dell’area archeologica dell’Anfiteatro contro le quali si era espresso, con un documento, l’intero consiglio comunale della passata consilatura. Per ottenere i prescritti permessi o concordare gli interventi a farsi sulle aree occorrono anni, il blocco dei cantieri non interessa a nessuno, ma la collaborazione per manifestazioni varie è quotidiana e ben veicolata, peccato che alla città resta poco o niente se non a mantenere quelle rendite di posizioni che si sono consolidate nel tempo. Ebbene, i reperti di piazza Falcone e Borsellino nelle adiacenze del tribunale sono abbandonati e dimenticati dopo aver speso milioni per la realizzazione della struttura a loro protezione. Eppure la Soprintendenza li giudicava di grande importanza per la storia dell’antica Capua: “Resti di una pavimentazione – si legge nelle documentazioni della Soprintendenza – databile intorno al primo o secondo secolo dopo Cristo ed anche altri tipi di pavimentazione inseriti in un complesso pubblico dell’antica Capua con edifici la cui planimetria in scala monumentale e le cui sontuose decorazioni in uno con le installazioni riferibili alla collocazione di statue onorarie, dimostrano un esempio unico, sinora ignoto nella città campana”. E meno male che sono reperti importanti. Figuriamoci quelli meno importanti che fine hanno fatt ! |