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Imprenditori convocati per trattare col clan, verdetto per 5: si salvano solo i parenti

CASAL DI PRINCIPE. Verdetto a sorpresa nell’inchiesta sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi negli appalti.

Nella requisitoria di ieri il pm aveva invocato 8 anni (in continuazione con le sentenze precedenti) per Nicola Schiavone; 5 anni per Luigi Schiavone; 5 anni per Isidoro Schiavone; 4 anni per Alessandro Ucciero e 4 anni per Vincenzo Mosca.

Il gup Vinciguerra ha inflitto 6 anni a Nicola Schiavone, 4 anni a Alessandro Ucciero e 3 anni a Vincenzo Mosca. Assolti due familiari di Nicola O’ Russ, Luigi e Isidoro Schiavone, rispettivamente padre e fratello.

Imprenditori convocati

Nicola Schiavone e Ucciero vennero accusati, insieme ad altri indagati, nell’ambito del blitz della Dia, di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed autoriciclaggio, questi ultimi aggravati dalla finalità e modalità mafiose.

Schiavone, a seguito della scarcerazione, “convocava” vari imprenditori considerati tutti, a vario titolo, soggetti che beneficiavano di un accordo economico criminale con il clan, ottenendo forniture di materiali edili o esecuzione di appalti pubblici, oppure soggetti che avevano usufruito di somme di denaro consegnate in passato e delle quali richiedeva la restituzione. Inoltre, le attività investigative hanno consentito di accertare la riconducibilità in capo all’indagato di una società attiva nel settore degli appalti pubblici che egli aveva fittiziamente intestato ad un prestanome pure colpito dalla misura cautelare.

La società costituita si occupava di lavori edili con la pubblica amministrazione mediante contratti di avvalimento non avendo attestazioni SOA, essendo l’azienda di nuova costituzione.