Casal di Principe. Si è svolta presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli la Quarta Edizione del “Premio Nazionale Federico Del Prete”, dedicata alla memoria del sindacalista, vittima innocente di camorra, ucciso il 18 febbraio 2002 a Casal di Principe, organizzata dall’Associazione Memoriae, retta da Gennaro Del Prete, figlio di Federico, e dalla Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, con l’ausilio di Libera Campania e del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità. L’iniziativa gode del patrocinio del Ministero della Cultura e della disponibilità del Comune di Napoli.
Premiati Rosa Volpe, procuratore aggiunto vicario presso la Procura della Repubblica di Napoli, Maria Vittoria Foschini, giudice della Sezione Riesame presso il Tribunale di Napoli, l’attore Giuseppe Zeno, interprete della fiction “Tutto per mio figlio”, ispirata alla vicenda di Federico Del Prete, l’Associazione “Persud – Le voci di dentro”, per la quale ha ritirato il premio Giulia Russo, direttrice del Centro Penitenziario “Pasquale Mandato” di Secondigliano – Napoli e Rossella Loprete, scrittrice e assistente sociale.
Nel corso della mattinata sono intervenuti il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, Antonio De Iesu, assessore alla Polizia Municipale e alla Legalità del Comune di Napoli Tullio Morello, componente del Consiglio Superiore della Magistratura, don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania e Antonello Ardituro, procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia.
A presentare il premio Gennaro Del Prete e Angela Foggia, avvocato della famiglia Del Prete. Modererà la giornalista Mariarosaria Ruotolo.
All’evento hanno preso parte le studentesse e gli studenti del Liceo Scientifico “Carlo Miranda” di Frattamaggiore con la dirigente Genevieve Abbate, del Liceo Scientifico “E. G. Segrè” di San Cipriano d’Aversa con la dirigente Rosa La Storia e del Liceo Artistico di Napoli con la dirigente Simona Sessa.
“Io mi sono sempre sentito così piccolo davanti alla figura di mio padre, è stato un uomo che ho imparato a conoscere col tempo. Sono ventidue anni che racconto la storia di mio padre, ho iniziato nelle scuole, con Pol.i.s. e Libera. Durante le difficoltà non mi sono mai fermato, ho reagito, quando appresi la notizia del lockdown durante la crisi pandemica, ero da solo ma ho colto quell’occasione per riflettere e pensare e pensai di realizzare questo premio, in memoria di papà, un modo per fare rete. Con il premio ho voluto far comprendere alle persone che con la semplicità delle sue azioni mio padre è stato capace di rompere le catene dell’omertà e del silenzio”, queste le parole di Gennaro Del Prete.
“Ci sono silenzi che possono diventare omertosi, silenzi che posso divenire assordanti, e ci sono silenzi che diventano un vero e proprio accompagnamento. Con Gennaro è stato così, senza discorsi e prediche, perché dai familiari delle vittime innocenti ho imparato alcune cose, tra queste il fatto che l’assenza di memoria è il preludio dell’angoscia. L’espressione chi l’avrebbe detto con la memoria diviene l’ouverture dello stupore, lo stupore perché ci si accorge che la vita delle vittime, di Federico Del Prete, ha preso il sopravvento sulla morte”, così don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania.
“Oggi un premio ha soprattutto il valore della memoria, che è l’essenza rispetto a un oblio che spesso abita la domanda di ognuno di noi. La possibilità cioè di essere uomini del nostro tempo capaci di guardare, come diceva Petrarca, contemporaneamente avanti e indietro, che se non assumiamo questa dimensione dell’oggi difficilmente valorizziamo questo premio che in fin dei conti ci riporta al sacrificio, al martirio di questa persona, di questo amante dei diritti, che si occupava di far si che il mercato andasse bene, che è la prima espressione di comunicazione e di comunità, fin dall’antichità”, queste le parole del prefetto di Napoli, Michele Di Bari.