Casapesenna. Il gup del tribunale di Napoli ha rinviato a giudizio il poliziotto Oscar Vesevo, accusato di aver fatto sparire la pen drive del boss Michele Zagaria dal covo nel quale il capoclan dei “Casalesi” fu individuato il 7 dicembre 2011, in via Mascagni, a Casapesenna.
Secondo la Dda di Napoli – che ha coordinato l’indagine, partita dopo l’arresto del boss – nella pen drive, un supporto incastonato in un ciondolo a forma di cuore della Swarovski, ci sarebbero stati i segreti del boss. Vesevo, difeso dall’ avvocato Giovanni Cantelli, è accusato di peculato e corruzione con l’aggravante mafiosa, e di accesso abusivo ai sistemi informatici.
Nei mesi scorsi è stato assolto, sempre nell’ ambito dell’ inchiesta sulla pendrive, l’imprenditore Orlando Fontana, ritenuto colui che avrebbe acquistato per 50 mila euro la pennetta. Per i giudici non fu raggiunta la prova dell’acquisto. Il processo a carico di Vesevo – tuttora in servizio nella Polizia di Stato – inizierà il 14 ottobre prossimo davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Napoli Nord, Collegio B.