CASAL DI PRINCIPE/SANTA MARIA CAPUA VETERE. La riunione organizzativa proposta da Altragricoltura Campania Nord e tenuta nella sede di Cancello e Arnone ieri sera, 31 gennaio 2024, fortemente partecipata da allevatori, artigiani, agricoltori dell’area, ha deciso di scendere in campo con una manifestazione contro la crisi agricola ormai insopportabile.
Una crisi di livello internazionale ma che ha radici e cause profonde in Italia: le scelte di politica agricola assunte negli ultimi 40 anni in Europa con l’avallo e la cogestione dei Governi nazionali italiani che si sono succeduti.
Scelte contro cui fin dall’inizio della sua attività (nella seconda metà degli anni ’90), Altragricoltura si è battuta denunciando il rischio più grande: che l’Italia, un grande Paese dalla tradizione contadina e con un enorme patrimonio agroalimentare fondato sul lavoro della terra e nel mare e sulla grande diversità dei suo sistemi culturali e ambientali potesse trasformarsi in una piattaforma commerciale speculativa in cui il Made in Italy si trasforma nell’occasione di business per la speculazione finanziaria.
Cosi’ è stato, purtroppo, ed oggi ci ritroviamo nella terribile condizione per cui nei brand commerciali dei tanto decantati prodotti del made in italy c’è sempre meno il frutto del lavoro dei nostri contadini, allevatori, pescatori e trasformatori artigianali ridotti ad essere “cottimisti e conferitori” per multinazionali, commercianti e speculatori senza scrupoli.
Una trasformazione epocale che si ‘ fondata su una rapina colossale, un vero furto in danno del lavoro e della produzione.
Questo furto sulla pelle del lavoro (delle imprese e dei lavoratori) è pagato dai cittadini e dalle comunità ed è il prodotto di un sistema complesso di fattori in cui le scelte di politica agricola sono state determinanti. Scelte in cui la classe dirigente italiana (di tutti gli orientamenti politici) è stata fortemente responsabile nascondendosi sia dietro la facile coperta delle Organizzazioni Professionali che usando l’alibi dell’Europa.
Ora tutti i nodi vengono al pettine e cadono gli alibi. Gli agricoltori (tantissimi giovani che rivendicano il diritto al futuro) scendono in strada semplicemente perchè non hanno alternative. La politica farebbe bene a prendere atto della crisi ed a smettere di nascondersi dietro alle colpevoli dichiarazioni di Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri (le 4 organizzazioni che finora hanno contribuito alla crisi). E’ evidente che queste sigle negano la crisi: se la dovessero riconoscere dovrebbero ammettere il proprio fallimento.
Usare, come fa la politica, l’argomento per cui “siccome le 4 Associazioni Agricole che siedono nel Tavolo verde non protestano, vuol dire che il problema non esiste” è, al tempo stesso, un segnale di impotenza e debolezza e di non aver ancora capito che è sempre più urgente il cambiamento.
Agli agricoltori ed ai giovani in campole istituzioni devono garantire il primo degli obiettivi necessari: una Riforma dell’Agroalimentare italiano che rimetta al centro la dignità del lavoro della terra, la funzione dell’impresa e del lavoro contro il processo che finora ha lentamente ma duramente continuato a svuotare di senso la funzione degli agricoltori. dei lavoratori agricoli, dei pescatori e degli artigiani trasformatori.
Per questo e in nome del lungo percorso di resistenza fin qui messo in campo con sacrificio e coerenza e della proposta della Sovranità Alimentare a fondamento delle richieste del vasto movimento per la conversione agroecologica in campo da tempo, noi non possiamo che essere a fianco e dentro le mobilitazioni di questi giorni.
Ci siamo per offrire agli agricoltori ed ai cittadini l’esperienza di quanti nei lunghi e duri anni della crisi delle campagne italiane l’obiettivo del cibo dei diritti, della dignità del lavoro, della Sovranità Alimentare e per sostenere le ragioni della democrazia e della giustizia contro ogni deriva antidemocratica.
Con questo spirito nelle prossime ore Altragricoltura ed altre realtà territoriali e sociali di tutte le Regioni si incontreranno per lavorare ad una sintesi degli obiettivi e delle proposte e per costruire una iniziativa comune a sostegno degli agricoltori che si stanno ribellando alla crisi.
La prima di una serie di iniziative si mette in campo è nel Casertano con un primo presidio ad oltranza che sarà costruito a ridosso del Casello Autostradale di Santa Maria Capua Vetere nella mattina del 3 febbraio 2024 e un corteo di trattori ed altri mezzi di lavoro che partirà dallo Stadio di Casal di Principe intorno alle 9.30.
Al corteo è prevista la partecipazione, oltre che degli allevatori, dei frutticultori, dei cerealicoltori, dei contoterzisti, dei trasformatori artigianali e di una delegazione di pescatori.
Al Prefetto di Caserta ed al Governo Nazionale sono state già avanzate richieste di incontro per presentare un documento di proposte che sarà illustrato sabato mattina al termine del corteo di trattori alle ore 12 nel presidio al Casello di Santa Maria Capua Vetere da Adriano Noviello e dai tanti altri giovani che saranno in campo.
Nel frattempo sono in corso incontri e riunioni per confrontare le proposte con le altre realtà sociali in mobilitazione con una sola discriminante: “no all’ammuina inconcludente modello forconi”.