NAZIONALE – Nel consiglio dei Ministri dello scorso 25 gennaio c’è stato il via libera al decreto legislativo che attua la legge delega per l’autosufficienza varata lo scorso marzo. Si tratta di una legge che porta numerose novità verso gli anziani non autosufficienti, stiamo parlando di una platea di 3,8 milioni di over 65.
Per gli anziani più fragili, il decreto stanzia 500 milioni di euro per il biennio 2025-2026: è l’assegno mensile di accompagnamento che diventerà «assegno di assistenza».
L’assegno di assistenza sarà composto da una quota fissa da 531,76 come assegno di accompagnamento classico e da una variabile integrativa da utilizzare per l’acquisto di servizi e contratti, pari a 850 euro: l’ammontare complessivo della prestazione universale arriverà quindi a 1.380 euro mensili.
Al momento la misura sperimentale è rivolta a persone dagli 80 anni d’età in su, con un bisogno assistenziale gravissimo (certificato dall’Inps) e un reddito Isee inferiore a 6 mila euro e titolari di un’indennità di accompagnamento. Sono circa 25mila persone.
L’erogazione inizierà il 1° gennaio del prossimo anno e durerà al momento fino al 31 dicembre 2026. L’intenzione però è di far diventare la misura da sperimentale a strutturale. Ad erogare l’assegno sarà l’Inps a tutti coloro che avranno i requisiti.
Gli 850 euro potranno essere utilizzati per l’acquisto di servizi e contratti: serviranno quindi a remunerare persone che si occupano della cura dell’anziano (badanti o caregiver) o strutture dove la persona è presa in cura. Non è consentito spendere la quota aggiuntiva per l’acquisto di altro, come ad esempio la spesa quotidiana. In caso di spese non consentite, l’assegno sarà revocato.