NAZIONALE – Alla fine ce l’hanno fatta ed è arrivato il tanto atteso rinnovo del contratto nazionale per il personale del comparto scuola. È stato firmato il Ccnl Istruzione e Ricerca 2019-2021, che interessa 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti ai settori scuola e Afam (inclusi gli 850mila insegnanti), e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i professori).
Un rinnovo che arriva in ritardo, visto che stiamo parlando del triennio 2019-2021 tanto che già si pensa a quello 2022/2024. Dopo oltre un anno dall’avvio delle trattative, un accordo politico, due fasi negoziali, e oltre cinque mesi di verifiche, finalmente il rinnovo del contratto è realtà.
Un rinnovo che porterà un aumento dello stipendio in busta paga già a partire da questo mese. Nello specifico 124 euro in più per i docenti, 96 euro per il personale Ata e 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi. Gli aumenti scattarono già lo scorso anno quando fu stata sottoscritta la prima sequenza economica del contratto. Adesso si provvederà da questo mese a raggiungere la parte residua. Ad esempio per i docenti 101 euro di aumenti sono già arrivati lo scorso anno, adesso si arriverà a totalizzare 124 euro, quindi un aumento circa 20 euro.
Il ministro dell’Istruzione Valditara ha parlato di “risultato importante; un passo concreto per valorizzare il personale della scuola“. L’obiettivo ora è passare già al prossimo rinnovo. “Auspichiamo ora che si avviino rapidamente le trattative per il rinnovo del Ccnl 2022/24 scaduto da un biennio“, ha detto Valditara.