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Si sono arricchiti con le 104 false, 63 nei guai nel Casertano

CAPUA/AVERSA/MADDALONI. Saranno 63 le persone a processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’inchiesta sulle 104 false. Sono state stralciate le posizioni di due imputati che saranno giudicati a Napoli, mentre per la gran parte i reati saranno giudicati da un tribunale competente per il Casertano.

Nel corso di un dialogo intercettato con un amico un medico indagato evidenziò che nei ristoranti non badava a spese arrivando a dare anche 50 euro di mancia ai camerieri. Gran parte dei 63 indagati sono beneficiari delle pensioni di invalidità gonfiate.

Gli imputati sono di Caserta, Aversa, Maddaloni, Capua, Mondragone, San Nicola la Strada, Villa Literno, Casal di Principe, Lusciano, San Cipriano, San Marcellino, Portico, Sant’Arpino, Pignataro, Orta di Atella, Parete, Castel Morrone, San Felice a Cancello, Sparanise, Carinola, Cancello ed Arnone, Frignano, Capriati al Volturno, Capodrise, Teano, Pontelatone, Trentola Ducenta, Tora e Piccilli, Alife, Bellona.

 

L’inchiesta

Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza di Aversa scoprì un vero e proprio tariffario con tangenti da 5mila euro per ottenere il doppio del punteggio e ottenere l’agognata invalidità. L’inchiesta si muove su due filoni: uno a Napoli Nord e l’altro a Santa Maria Capua Vetere che riguarda sopratttutto i beneficiari, portato avanti dal pm Sergio Occhionero.

Sono accusate a vario titolo di  corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso insieme ad altre persone. L’Inps ha collaborato proficuamente con fiamme gialle e Procura che ha condotto alla scoperta di un sistema fraudolento che aveva consentito a circa ottanta persone di ottenere falsi riconoscimenti di invalidità. L’istituto ha inviato dalla Direzione generale di un’apposita Commissione medico-legale che ha permesso di revisionare riconoscimenti sprovvisti dei requisiti necessari e di revocare benefici non dovuti.