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Le intercettazioni: ecco chi fece esplodere la macchina del ras Gennaro Morgillo

Valle di Suessola. Nell’ambito dell’ordinanza dei recenti arresti del clan caudino federato ai Pagnozzi emerge l’identità di chi ha materialmente commesso l’attentato del settembre 2018 all’auto del ras della droga Gennaro Morgillo (detenuto) al Parco De Lucia a Santa Maria a Vico.

In un’intercettazione che abbiamo pubblicato nell’ottobre 2021, la madre del 35enne di Cancello Scalo disse che erano stati i caudini, ecco uno stralcio del nostro articolo:

Poi in macchina, tra i tanti che vengono intercettati c’è la madre di Morgillo, Maria Carmina Villanova.

E così i due nel commentare le diverse traversie di Morgillo attaccano a parlare di quell’attentato.

La famiglia di Morgillo è più convinta che ci sia la mano della famiglia caudina della convivente del ras, dopo che già il padre sparò sempre in via Ferdinando d’Aragona.

Ed in effetti la Villanova aveva ragione, l’attentato al figlio fu realizzato materialmente su commissione dal reggente della zona di Airola Pietrantonio Morzillo, il fornaro, mattatore assoluto di questa indagine.

Il ras fornaro Pietrantonio Morzillo

Morzillo viene intercettato con un soggetto delle sue zone 2 giorni prima, un esperto di esplosivi e fuochi.

Lui gli forniva la droga e in cambio gli venivano preparate le bombe: merce di scambio.

La conferma che la mano era stata quella del fornaro avviene in una conversazione intercettata tra lui e un certo Domenico: “I ragazzi mi dissero: dobbiamo fare un piacere ad uno.

Arrivammo lì Mimì, non so se lo hai letto sulla cronaca di Caserta che saltò quell’auto a Santa Maria a Vico (Morzillo era con Biagio Massaro).

Biagio voleva rompere con un bastone il vetro dell’auto ed io dissi che vuoi fare, la gente ci vede che prendiamo a mazzate l’auto, poi capimmo che la macchina aveva gli sportelli aperti senza sicura e ce la mettemmo dentro”.

In una successiva conversazione del febbraio 2019 il ras fornaio si vantava dell’attentato: I pezzi arrivarono fino alla strada, per altro specificò anche la zona di Santa Maria a Vico: “dove stanno i bar e si prendono sempre a mazzate”.

Si legge poi nell’ordinanza che il ras della droga Gennaro Morgillo “Era stato già vittima di altri attentati compiuti da Piccolo Giuseppe (per uno di questi è stato tratto in arresto) pregiudicato di Rotondi affiliato al clan Pagnozzi e referente fino alla sua carcerazione sulla zona di Rotondi, Paolisi Airola, ruolo poi preso dal Morzillo. Inoltre Piccolo Giuseppe è il padre della campagna di Morgillo”.

Insomma in quel periodo ci furono diverse penetrazioni dei caudini nella zona casertana più prospiciente al Sannio, storicamente influenzata dal clan Massaro.

IL VIDEO