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Pizzo del clan a famiglia del detenuto, 2 arresti: c’è il fratello dell’ex assessore

MADDALONI/SAN CIPRIANO D’AVERSA. Doppio clamoroso arresto nei giorni scorsi nel Casertano. Due persone sono state fermate per l’ipotesi di reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Si tratta dell’imprenditore di San Cipriano d’Aversa Francesco Diana, 45enne già sotto processo dopo un ritrovamento di armi e fratello dell’ex assessore Orlando, e del 48enne di Maddaloni Tommaso Ragnino, quest’ultimo già coinvolto in un’inchiesta della Dda.

La vittima è un uomo già detenuto per altro. Il provvedimento cautelare, che scaturisce da un’indagine della Procura Antimafia, è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni. Secondo quanto riferito dalla madre della vittima, i due avrebbero chiesto denaro alla donna, titolare di un vivaio che avrebbe denunciato per paura di ripercussioni sul figlio detenuto.

La vittima peraltro era in debito con gli indagati – secondo la sua testimonianza – e per questo avrebbe commesso dei furti. Le richieste estorsive sarebbero ammontante nell’arco di 3 anni a 40mila euro e sarebbe stata utilizzata come riscatto anche un’auto presa a noleggio e poi sequestrata in un controllo. Diana è stato portato in carcere, Ragnino invece è ai domiciliari.

La nota dell’Arma

I  Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Maddaloni congiuntamente a personale della locale Stazione hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare coercitiva in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale, nei confronti di un 46enne di San Cipriano di Aversa e di un 49enne di Maddaloni, ritenuti gravemente indiziati dei reati di tentata estorsione aggravata e continuata, in concorso, nei confronti della titolare di un vivaio di Maddaloni.

Le indagini, partite a seguito della denuncia sporta dalla vittima il 23.05.2023, presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Maddaloni, hanno permesso di accertare che gli indagati, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi e con minacce di morte e atteggiamenti allusivi all’appartenenza e/o vicinanza ad associazione criminale di stampo camorristico del casertano (clan dei casalesi), avrebbero ripetutamente chiesto alla vittima di consegnare la somma complessiva di 40 mila euro in tranche da 25 mila euro, 12 mila euro e 3 mila euro, da elargire in tempi diversi, quale corrispettivo di presunti pregressi debiti contratti dal figlio della vittima.

Il 46enne è stato condotto presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE) mentre il 49enne presso la propria abitazione agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.