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Il figlio del boss intercettato grazie a un trojan nel cellulare, svelato l’incontro col ras

SAN CIPRIANO D’AVERSA. L’arresto del 32enne Emilio Martinelli, ritenuto il reggente della famiglia Schiavone del clan dei Casalesi, è scaturito dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Squadra Mobile della questura di Caserta sul riassetto del clan casertano e sui legami tra i diversi gruppi confederati, operanti ciascuno nella propria zona. Un primo gruppo composto da sei persone e attivo nel settore delle estorsioni e delle armi era già stato smantellato: i componenti furono catturati nel luglio 2021 e sono già stati condannati. Le successive indagini hanno consentito di accertare che a dispetto di arresti, condanne e pentimenti, il clan dei Casalesi ha sempre continuato a essere operativo, con una rimodulazione della composizione delle fazioni e degli equilibri tra le stesse, restando comunque fermo il comando delle nuove generazioni delle famiglie Schiavone e Bidognetti.

Vecchie dinastie e nuovi affari

Un paio di anni fa l’indagine che portò in manette i figli del boss Francesco Bidognetti, oggi l’arresto di un altro “pezzo da novanta” rimasto sul territorio, il 32enne Emilio Martinelli, figlio di Enrico, esponente di spicco dei Casalesi, che in questi anni ha assunto un ruolo direttivo del clan per i traffici di droga, le estorsioni ai danni di commercianti, il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110% nel territorio di San Cipriano di Aversa. Martinelli si sarebbe avvalso della collaborazione di altri 5 soggetti, già sottoposti a misure cautelari, ognuno dei quali svolgeva un ruolo ben preciso per le estorsioni e la gestione dell’arsenale a disposizione del clan, costituito da revolver, pistole semi automatiche, kalashnikov e pistola mitragliatrice modello Uzi.

L’incontro col ras: “Servono soldi”

Nel corso delle indagini la squadra mobile è riuscita a intercettare un incontro tra Martinelli e un altro elemento di spicco del clan, come Oreste Reccia. Gli investigatori avevano inserito un trojan nel cellulare di quest’ultimo e così captarono l’intera conversazione del febbraio 2021 tra i due esponenti del gruppo sanciprianese.

Un summit dal quale emerse che il clan era in difficoltà economiche e bisognava “tornare a bussare” agli imprenditori e ai commercianti per farsi pagare. C’erano tanti “compagni carcerati” da aiutare ed evitare soprattutto che le loro famiglie finissero, attraverso aiuti economici, a passare con gli altri gruppi dei Casalesi (“quelli di Casapesenna e di Casale”) o addirittura a passare dalla parte dello Stato.

“Congratulazioni alla squadra mobile”

“L’operazione che ha portato all’arresto del reggente del clan dei Casalesi, Emilio Martinelli, è di fondamentale importanza e rappresenta un’ottima notizia per il nostro territorio. Intendo rivolgere le mie congratulazioni e il mio più sentito ringraziamento al Questore di Caserta, Andrea Grassi, e alla Squadra Mobile di Caserta, nonché ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che insieme hanno portato avanti un’indagine così delicata”. A dichiararlo è il Sindaco di Caserta, Carlo Marino.

“La nostra città e l’intera regione – ha aggiunto il primo cittadino – sono grati alle forze dell’ordine e alla magistratura, che quotidianamente svolgono un eccellente lavoro per difendere i valori della legalità e del vivere civile su tutto il territorio. Solo grazie al rispetto di questi principi fondamentali, infatti, è possibile proseguire un percorso di crescita e sviluppo per l’intera comunità”.