Casapesenna. Diciotto anni di reclusione e confisca dei beni. E’ questa la richiesta formulata dal sostituto procuratore della Dda nei confronti di Nicola Inquieto, l’imprenditore originario di Casapesenna ritenuto il ponte con l’estero di Michele Zagaria.
Nella requisitoria l’accusa ha evidenziato come Inquieto fosse parte integrante della fazione dei Casalesi riconducibile all’ex primula rossa. L’udienza è stata poi rinviata per la discussione degli avvocati: una corsa contro il tempo per la Procura visto che tra 11 giorni Inquieto tornerà in Romania. Il 26 maggio scadranno infatti i termini di detenzione nel carcere di Secondigliano, secondo il permesso rilasciato dalla Corte di Cassazione di Bucarest.
I reati contestati in Romania non sono gravi e così Inquieto potrebbe tornare libero poco dopo il suo arrivo, in attesa dell’eventuale estradizione in casa di condanna per i reati con finalità mafiosa contestati dalla magistratura italiana. L’imprenditore arrestato in Romania, un anno fa, in virtù di un mandato di arresto della Procura europea Eurojust, spiccato nei suoi confronti in seguito ad un’inchiesta della Dia per associazione camorristica e sul presunto reinvestimento di capitali del boss Zagaria, venne consegnato alle autorità italiane in via temporanea. Dopo un’ulteriore proroga di sei mesi a novembre scorso, ora il termine ultimo scade tra un mese. A Pitesti la Dia sequestrò 400 appartamenti, una spa di lusso e diversi documenti bancari nel corso del blitz che in codice dal pm Catello Maresca fu chiamato “Operazione Transilvania”.
Tre i collaboratori di giustizia ascoltati dal tribunale di Napoli Nord e tra questi anche un pentito vicino a Cosa Nostra, Fabio Lanzafame, imprenditore siracusano. Lanzafame, che è ritenuto legato a soggetti vicini al clan catanese dei Santapaola e alle cosche siracusane, ha fatto riferimento a delle attività societarie con Inquieto, a delle cessioni di crediti per il gioco delle scommesse e alcuni presunti rapporti con i clan siciliani da parte del gruppo di Zagaria. Secondo la difesa di Inquieto, Nicola Marino e Giuseppe Stellato, invece, Lanzafame avrebbe avuto un contenzioso economico con Inquieto e per questo motivo avrebbe tirato in ballo queste accuse.
A casa del fratello di Nicola, Vincenzo Inquieto, il 7 dicembre del 2011 fu arrestato proprio il boss Michele Zagaria dopo 14 anni di latitanza. Vincenzo condannato a 4 anni ha già scontato la pena ed ora è libero. Il terzo fratello, il più grande, Giuseppe Inquieto, il titolare del negozio dove la polizia cercò Zagaria prima di arrestarlo il 7 dicembre , è stato assolto recentemente dopo la richiesta di rito abbreviato proprio nell’ambito sempre dell’inchiesta Transilvania.