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Acerra torna al 1421, si prepara l’assalto al Castello

Acerra. Meno sette. Domenica prossima le lancette della storia riporteranno la città di Acerra indietro fino al novembre 1421, per la spettacolare rievocazione storica dell’assalto al Castello.

Circa 500 figuranti daranno vita l’assedio alle mura della città del 1421 con l’assalto e la difesa il Castello dei Conti di Acerra. Il tutto lungo il perimetro della fortezza con il pubblico, sistematico tra piazzale Renella e piazza Castello, pronto ad assistere alle spettacolo anche grazie a 4 maxischiermi che mostreranno ciò che avviene sull’altro fronte. Per quest’anno prevista anche la diretta televisiva su Canale 21.

Si comincia alle 10,30 con l’annuncio dell’assedio attraverso il corteo degli sbandieratori, si finirà alle 22 con la fine dello scontro e lo show pirotecnico.

La storia

Nel novembre 1421, quando nella guerra tra Luigi III ed il Papa, suo alleato, e la Regina del Regno di Napoli Giovanna II, Acerra rappresentava uno dei principali nodi di approvvigionamento della Capitale del Regno via terra. Il feudatario acerrano, Giampietro Origlia, parteggiava per il re Luigi III. Per tale motivo il Sovrano Aragonese, nel novembre del 1421, personalmente alla testa di un poderoso esercito, sottopose gli Acerrani ad un lungo assedio. Questo vide la partecipazione dei più famosi Capitani di Ventura del tempo, quali Fortebraccio da Montone, Niccolò Piccinino, Giovanni da Ventimiglia, Bartolomeo Colleoni e altri. Vennero approntate opere di ingegneria militare come un vallo e bastioni intorno alla città assediata per impedirle di ricevere soccorsi. Ancora furono impiegate numerose macchine da guerra, facendo uso anche delle prime artiglierie moderne, nella forma di rudimentali bombarde.

Le cronache che raccontano l’episodio bellico ricordano come più volte gli Aragonesi arrischiassero assalti al sistema di fortificazione della città, ma l’eroico comportamento degli Acerrani nella difesa, rese vano ognuno di quei tentativi. La contesa ebbe termine dopo circa tre mesi, senza che la resistenza acerrana risultasse vinta.
Attraverso la mediazione di alcuni legati papali, si addivenne ad una cessazione dell’assedio, in cambio Luigi III acconsentiva a consegnare in deposito la città a papa Martino V. Questi, poi, nell’aprile del 1422 la rigirò ad Alfonso V, avendo accettato l’Angioino una ricompensa in denaro per la cessione.

 

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