Quando si è intenzionati a lasciare il proprio appartamento per trasferirsi, l’idea più diffusa nonché il desiderio maggiormente ambito consiste nel prendere una villa per cambiare modo di vivere oltre che locazione. Infatti, vivere in una villetta significa allontanarsi dal centro città per spostarsi in periferia, e ciò comporta alcune spese sì inferiori, ma altrettante considerevoli.
Un aspetto che incide ulteriormente sull’esborso economico necessario per vivere in una villetta è la scelta dei mobili. Naturalmente se si ha la possibilità di investire su questo aspetto è raccomandabile puntare sulla qualità e affidarsi a rivenditori che trattano grandi marchi oppure ad aziende specializzate in mobili di lusso, come ad esempio l’e-commerce di arredi made in Italy Viadurini, per arredare la villa nello stile più vicino al proprio gusto personale. Anche abitare in un luogo decisamente più spazioso ha i suoi pro, ma la domanda di rito è: quanto costa abitare in una villetta? Ecco una guida utile e comprendere tutti i costi a cui si va incontro.
Conviene comprare o affittare una villetta?
Il primo passaggio da seguire riguarda la decisione di comprare o affittare una villetta in periferia, poiché nonostante le dimensioni possono arrivare fino ai 100 metri quadri se non oltre, i prezzi stabiliti da agenzie e privati per la vendita sono comunque inferiori rispetto a quelli per gli appartamenti collocati al centro di una grande metropoli.
Dunque, siccome è probabile se non dato per scontato che all’interno della villetta desiderata verranno effettuati investimenti economici in termini di lavori di manutenzione e di ristrutturazione per rendere arredi, mura e altro, adatti alle proprie esigenze e in linea con lo stile prediletto, non è conveniente affittare ma comprare. Difficile che si possieda la cifra esatta a coprire istantaneamente il costo di una villetta, perciò si andrà incontro ad un mutuo per dilazionare i pagamenti negli anni.
Distanza dal centro città: cosa comporta?
Altro fattore da considerare in maniera prioritaria quando si devono valutare i costi per abitare in una villetta, c’è da analizzare quello riguardante gli spostamenti quotidiani per poter accedere al proprio lavoro nonché ai negozi dove comprare alimenti e beni primari. È molto probabile che si dovrà fare un alto uso delle linee di trasporto pubblico dove sono disponibili i collegamenti; in caso contrario si è praticamente obbligati a prendere un veicolo personale come l’automobile. Infatti, coloro che abitano in una villetta in periferia dovranno spostarsi principalmente in auto, e dunque bisogna far fronte a dei costi costanti di manutenzione nonché per il carburante.
Spese fisse e spese variabili
Le spese fisse sono molteplici, e vengono definite fisse proprio perché i costi sono pressoché identici, senza distinzione per abitazione, e perché salvo casi unici e particolari non si è mai esentati dal dover pagare determinati importi. Si parla delle spese per il Condominio, ma anche la TARSU, l’IMU, l’IRPEF. Dunque, tra questi, il mutuo e le varie bollette (luce, acqua e gas), si andrà a pagare circa 900 euro mensili per abitare in una villetta, escludendo i costi per i trasporti privati e/o pubblici. Qualora non si dovesse pagare il mutuo, allora ci sarà un ribasso a circa 400 euro mensili.
Nell’eventualità che si opti per l’affitto di una villetta, sarà il proprietario a dover affrontare le spese per la verniciatura, la tinteggiatura e la modifica o sostituzione di arredi e oggetti vari. Se si è in affitto, il costo mensile sarà pari circa a 600 euro. Quando si va ad abitare in una villetta, si andrà sicuramente incontro alle spese per la manutenzione, il rinnovo e l’introduzione di servizi igienico-sanitari e tecnologici, come ad esempio un ascensore. Per qualsiasi cambiamento o sostituzione di parti dell’immobile si può andare incontro a ingenti spese, anche sopra il migliaio di euro. Tuttavia, in tal caso si parla di spese variabili.