Santa Maria Capua Vetere. Questa mattina le associazioni cittadine “Fermiamo il degrado ambientale”, “Fermiamo i roghi tossici”, Adotta la CITTA’, “Comitato per la delocalizzazione dello STIR” presenteranno una denuncia alla Procura della Repubblica per chiedere che siano disposti tutti gli accertamenti utili a verificare, oltre che l’origine del rogo, il rispetto delle prescrizioni di legge sul trattamento dei rifiuti, le misure di sicurezza esistenti nello stabilimento incendiato, con l’obiettivo, in caso di accertate violazioni, di ottenere il sequestro dell’impianto e la sua chiusura. “
A nostro avviso- sottolinea l’avv. Raffaele Aveta- il fermo dello STIR era un atto dovuto almeno in concomitanza dell’incendio e nei giorni successivi per accertare quanto accaduto, le misure di sicurezze realmente esistenti nell’impianto, i livelli di diossina ed altri inquinanti sprigionati nell’aria. Sono anni che chiediamo maggiori controlli sullo STIR, che continua a tormentare la vita dei cittadini sammaritani. L’Amministrazione comunale anche nell’ultimo incontro pubblico ci ha sempre assicurato che tutto funzionava per il meglio. Il disastro ambientale di queste ore testimonia il contrario. Già dagli inizi di luglio, dopo l’incendio nel deposito di ecoballe di San Vitaliano, su sollecitazione del Ministro dell’Ambiente, era stata diramata una circolare alle Prefetture per chiedere l’inserimento dei siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti nei piani coordinati di controllo del territorio. L’incendio allo STIR era forse prevedibile, ma purtroppo nulla è stato fatto. Al momento dello scoppio a vigilare sull’impianto solo alcuni operai. Ci sono delle gravi mancanze che la magistratura dovrà accertare”.
Domani le associazioni cittadine parteciperanno alla riunione delle Commissioni regionali “Ambiente” e “Terra dei Fuochi”, dove chiederanno: di conoscere i dati sull’inquinamento dell’aria e del suolo, che si proceda rapidamente alla bonifica del sito e vengano rafforzati i controlli. Inoltre, le associazioni ribadiranno il loro no alla costruzione di un Impianto di biostabilizzazione della FUT nello STIR e chiederanno anzi la definitiva delocalizzazione dell’impianto già esistente in aree lontane da centri abitati.