CRONACA. Avrebbero messo in atto una messinscena per nascondere un infortunio mortale sul lavoro: far passare per un malore ciò che invece era stato causato da una fortissima scarica elettrica presa in un cantiere. Per questo sette persone sono state arrestate nel Pontino, nel corso dell’operazione ‘Blackout’ condotta dai carabinieri del Nas.
L’infortunio è costato la vita ad un operaio di 67enne: l’uomo il 23 giugno dello scorso anno fu portato in strada, nei pressi del cantiere edile dove lavorava a Sonnino, per simulare il malore: fu ritrovato in stato di incoscienza e senza respiro. Portato d’urgenza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è poi morto dopo diversi mesi di ricovero in terapia intensiva.
Un decesso inizialmente attribuito a cause naturali ma che dopo la denuncia-querela dei familiari ha portato la Procura di Latina ad indagare con il supporto dei Nas. Gli accertamenti hanno appurato che la morte del 67enne era da ricondursi ad un infortunio sul lavoro all’interno del cantiere edile di Sonnino. Colpa di una scarica elettrica accidentale ad alta tensione che lo ha investito mentre erano in corso lavori relativi ad un getto di calcestruzzo commissionato da una società di autotrasporti, per la realizzazione di un parcheggio.
Da qui le sette misure cautelari, tre in carcere e quattro ai domiciliari, per altrettante persone, indagate, a vario titolo ed in concorso fra loro, per i reati di omicidio volontario con dolo eventuale, favoreggiamento personale aggravato continuato, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. L’area del cantiere edile è stata sottoposta a sequestro preventivo. Dalle indagini è emerso anche che tutti gli operai dell’azienda erano stati assunti “in nero” e che non era stata predisposta alcuna misura a tutela dei lavoratori.