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A digiuno per punizione, bimbe piangevano per fame. Il racconto choc alla polizia: “Davano solo latte”

Bellona. Maltrattate dai genitori e lasciate senza cibo e attenzioni, sgridate costantemente e picchiate fino a rompere le piccola ossa. Vittime due sorelline di Bellona, la più grande di tre anni, la piccola di appena sei mesi, vittime di due genitori, papà di 35 anni e mamma di 32, finiti in carcere questa mattina su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito di un’inchiesta della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone e dalla Squadra Mobile della questura di Caserta.

 

Amici, parenti, vicini di casa e anche la maestra della più grande avevano sospetti ma nessuno aveva denunciato ciò che si intuiva succedesse alle bimbe tra le pareti domestiche. Senza lavoro e soldi, la coppia – lui con qualche precedente penale – ha perso la testa, prendendosela con le incolpevoli figlie che non hanno avuto altra “colpa” che comportarsi da bambine, ovvero per farsi capire piangevano quando avevano bisogno di qualcosa. Ma per loro c’erano solo botte e urla. Sono state riscontrate anche fratture procurate agli arti della neonata dalla cosiddetta “shaking baby syndrome”, ovvero da un eccessivo e violento scuotimento cui la bimba è stata sottoposta, peraltro – è emerso – proprio perché piangeva, probabilmente per la fame.

 

L’indagine è partita nel gennaio scorso, quando la bimba di sei mesi è finita all’ospedale di Caserta dove i medici hanno scoperto i traumi e le fratture, avvisando la Polizia di Stato. Come un puzzle che si è via via completato, gli inquirenti hanno ricostruito il quadro di violenze ai danni delle bimbe, legato anche allo stato di grave indigenza dei genitori. I poliziotti hanno parlato anche con la maestra della piccola di tre anni, che frequenta l’asilo comunale di Bellona e la docente ha confermato di aver raccolto dalla bimba il racconto dell’incubo vissuto. Altre testimonianze “sensibili” sono state raccolte tra parenti e vicini della coppia. Tutti, è emerso, sapevano qualcosa o sospettavano, ma nessuno ha mai denunciato i fatti.

 

E’ stato dunque accertato che le sorelline venivano picchiate e lasciate senza cibo dai genitori, che al massimo davano loro un po’ di latte. La più piccola, quando piangeva, veniva scossa come una bambola e riposta violentemente nel passeggino; in uno di questi episodi, la piccola ha riportato fratture agli arti. Peraltro, già a dicembre 2018 la bimba era stata portata in ospedale a Caserta, ma poi era stata dimessa. Le violenze sono proseguite.

 

I due genitori andavano molto d’accordo, ed erano entrambi sempre pronti a coprirsi e a nascondere le violenze perpetrate. Finora la coppia non aveva mai parlato di violenze ma solo di problemi di salute di una delle due, con tanto di trasferimento da Caserta ad Aversa. Ora le bambine sono in una casa famiglia, al riparo dall’incubo.