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Allevatori tornano in assemblea, pronta nuova mobilitazione

 

Casal di Principe. Martedì 11 aprile 2023 – ore 19.30 a Casal di Principe

Si susseguono gli atti gravissimi e irresponsabili assunti in questi ultimi giorni dalla Regione Campania, Due atti a firma di un funzionario (il Dott. Paolo Sarnelli) ma ispirati dalla Task Force tenuta in piedi dalla delibera della Giunta Regionale, che cercano di mettere pezze agli errori del piano con soluzioni lacunose e reticenti, corrono il rischio di affossare definitivamente il sistema di allevamento Casertano, non incidono in alcun modo sulla lotta alla BRC ed alla TBC che, anzi, continua ad espandersi e, se applicati per come sono stati proposti, aggiungeranno ulteriori disastri a quanti sono già stati consumati per effetto del Piano adottano oltre un anno fa con la delibera 104/22.

 

Ci riferiamo, in particolare, alla risposta data dalla Regione al problema posto dall’Avv, Francesco Di Tella coordinatore del Soccorso Contadino (l’Associazione di assistenza legale promossa da Altragricoltura) che denunciava e proponeva una soluzione al pasticcio provocato dalla Regione con i due ultimi piani di eradicazione (vedi il comunicato e la lettera).

 

Per effetto di quelle disposizioni a migliaia di animali arrivati in età fertile sarebbe impedito di accoppiarsi e (pur non avendo certamente la malattia perchè sono stati sottoposti fino a trenta analisi risultate sempre negative) li condanna, così, alla macellazione per aver avuto l’unica colpa che la madre è stata macellata per sospetta presenza della BRC da parte della Regione. L’Avv. Di Tella ha ben evidenziato nel documento inviato alla Regione che delle centinaia di madri macellate per sospetta brucellosi solo per l’1,4% è ipotizzabile che abbia realmente avuto la malattia (in ragione dello scandaloso metodo applicato dalla Task Force guidata dal Dott. Antonio Limone).

 

Nei giorni scorsi la Regione, che evidentemente ha dovuto prendere atto di quanto abbiamo denunciato, ha dovuto rispondere adottando un atto che però, ancora una volta, è reticente, parziale e confuso. “I tecnici incaricati dalla Regione devono essere andati a scuola di bizantinismo e di pressapochismo” ha commentato Gianni Fabbris, sottolineando l’inadeguatezza della risposta che, lascia ancora largamente irrisolto il merito dei problemi mentre dovrebbe, al contrario, risolvere tutte le questioni poste e non solo a alcune ( su questo tema nei prossimi giorni il Soccorso Contadino invierà una ulteriore nota alla Regione adendo, contestualmente, alle vie legali per impedire l’ennesimo inutile massacro). L’obiettivo è quello di dare certezze agli allevatori dando a molte migliaia di animali la possibilità di rimanere in vita scongiurando che una parte importante di una intera generazione di bufale con il loro Patrimonio genetico selezionato sia messo in salvo dalla furia macellatrice ad ogni costo.

 

Ma la decisione più grave assunta dalla Regione con una ordinanza sempre a firma sempre del Dott. Antonio Sarnelli, è la sconcertante decisione di autorizzare per solo il 20% della capacità massima detenibile il ripopolamento nell’area cluster dopo che le aziende hanno subito l’abbattimento totale (stamping-out) o per l’apertura di nuove stalle.

 

Con l’ordinanza intitolata “deroghe a divieto di introduzione vitelli nell’area cluster” si impone alle aziende che sono tornate in bonis e che hanno ottemperato a tutte le misure di biosicurezza, che sono costate loro centinaia di migliaia di euro (a volte oltre un milione di euro) sulla previsione di poter ripartire con stalle sanate ma redditive solo se messe in condizione di avere mandrie in numero adeguato ad ammortizzare gli investimenti, di lavorare solo con il 20% degli animali che invece potrebbero allevare. Le aziende che hanno speso soldi e realizzato investimenti, sia nel caso di nuovi impianti da realizzare sia nel caso abbiamo risanato a proprie spese la stalla, dovrebbero ammortizzare gli investimenti fatti per 100 solo sul 20% dei vitelli inseribili in stalla.

 

“Siamo alla provocazione pura” commenta Gianni Fabbris “Con un atto amministrativo si vanificano gli sforzi delle imprese che si trovano semplicemente indebitate senza poter recuperare gli investimenti, La maschera è gettata: il Piano non serve a risolvere la BRC e la TBC (che infatti stanno aumentando) ma a ridurre la capacità produttiva delle stalle del casertano fino a costringerle a chiudere. Gli speculatori e quanti stanno approfittando delle scelte della Regione Campania nel Casertano, ringraziano“

 

Nella giornata di oggi, 10 aprile il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino ha inviato ai Ministri all’Agricoltura e Sovranità Alimentare una richiesta di incontro per sollecitare un intervento urgente del Governo prima che la situazione precipiti definitivamente e, intanto, ha convocato per la sera dell’11 aprile alle ore 19.30 presso la Sala Don Milani della NCO l’assemblea degli allevatori con all’ordine del giorno “La nuova mobilitazione per fermare il disastro”. Prevista per la mattina del 12 aprile una lettera al Ministro degli Interni ed alla Prefettura di Caserta per denunciare i possibili rischi per l’ordine pubblico se le due provocatorie e gravissime ordinanze emesse in questi giorni dovessero essere attuate.

 

“Il Coordinamento Unitario continua sulla via aperta di sollecitare la politica e le istituzioni alle risposte. Una via che sta portando a casa risultati importanti come quelli incassati con l’intervento europeo nei confronti della Regione Campania o con l’istituzione della Commissione di Indagine al Senato sullahttps://altragricoltura.net/articoli/hanno-gettato-la-maschera-fermateli/ condizione del Comparto Bufalino in Campania, E’ ormai chiaro che la pressione della mobilitazione e le sue trasparenti ragioni stanno avanzando e che, inevitabilmente, coglieremo il risultato di cambiare il Piano. Nessuno nel frattempo si faccia illusioni. Se qualcuno pensa di avvelenare i pozzi prima di andare via e lasciare il campo, avrà presto la risposta che merita. Gli allevatori non lo permetteranno, Le istituzioni hanno gli strumenti per garantire che questo non accada: Commissariamento della Sanità Animale Campana da parte del Governo Nazionale, sostituendo chi ha fallito, apertura di un confronto trasparente”.