Capua/Portico di Caserta/Teano/Caserta. Assolti perché il fatto non sussiste.
È questo il verdetto emesso dal giudice monocratico Alessandra Cesare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo a carico dei due ginecologi Felice Foresta (di Caserta) e Rosa Di Meo (di Portico di Caserta) e dell’ostetrica Roberta Merola (di Capua) in servizio presso la clinica Villa Fiorita imputati per omicidio in cooperazione colposa.
Secondo l’Accusa i tre sanitari non avrebbero osservato le linee guida e correttamente operato, scongiurando così la morte della neonata.
I fatti
Era il 3 ottobre del 2015 quando una giovane coppia rumena ma residente a Teano si recò in clinica per dare alla luce la loro primogenita.
La partoriente venne portata in sala travaglio ed alle 12,07 il tracciato cominciò a segnalare dei ‘picchi anomali’ come sostenuto dagli inquirenti che secondo quanto chiarito dai superperiti nominati dal Tribunale non era nulla di patologico, allarmante e comunque significativo a livello clinico.
Il parto
La bimba nacque alle 15,10 priva di vita. Nel corso del dibattimento sono emersi alcuni punti ‘dubbi’ circa l’interpretazione del tracciato e dei picchi ritenuti non anomali a parere della difesa, giacché il tracciato evidenziava un benessere fetale con frequenza cardiaca presente.
Per la difesa degli imputati i picchi evidenziati nel tracciato non erano ravvisabili come preludio di anomalie che avrebbero dovuto portare ad un immediato parto cesareo.
Il battito fino a qualche minuto prima dell’espulsione del feto era presente ed il tracciato era perfetto.
La Mola di Breus questa è stata la causa della morte.
Un ematoma subcoriale massivo che ha portata alla morte intra uterina del feto per arresto cardiocircolatorio provocato da ipossia acuta ossia la ridotta ossigenazione materno fetale decretando così la morte della neonata.
L’arringa della difesa
Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Vincenzo Cortellessa e Mario Palmirani per le parti civili; Carlo Perrotta e Paola Santantonio per gli imputati; Davide Pascarella come responsabile civile.
Il Responsabile civile Avv. Davide Pascarella ha evidenziato nel corso della sua arringa che la Casa di Cura Villa Fiorita aveva predisposto ogni strumento idoneo al parto e che i medici avevano operato in ossequio delle linee guida chiedendo il rigetto della domanda risarcitoria della parte civile. Gli avvocati Carlo Perrotta e Paola Santantonio durante la loro arringa difensiva hanno evidenziato, con dovizia di particolari che gli imputati, che stante la morte repentina del feto non avrebbero potuto porre in essere alcuna condotta alternativa che avrebbe di fatto scongiurato quello che è stato un infausto evento.