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Selfie con gli studenti, commozione dei testimoni e promessa a Don Diana: Mattarella è la Primavera di Casale

CASAL DI PRINCIPE. Nel primo giorno di Primavera il suo volto rispecchia la rinascita di una comunità che vede la luce dopo anni bui. Anni in cui le persone perbene non hanno mai mollato, facendo rete di fronte a difficoltà e pregiudizi.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato alla chiesa di San Nicola di Bari dove don Peppe Diana era parroco ed è stato ucciso. Ad attenderlo anche il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo e don Franco Picone che è stato il successore di don Diana. Davanti alla parrocchia si sono radunate tantissime persone, tra cui molti bambini che stanno cantando l’inno di Italia. Don Peppino fu ucciso nella sagrestia della parrocchia il 19 marzo del 1994, nel giorno del suo onomastico.

Selfie con gli studenti

“Abbiamo bisogno di sapere che le istituzioni ci sono e ci confortano”, ha proseguito il rappresentante di istituto ribandendo che i giovani non vogliono però recidere le loro radici sforzandosi anche di contrastare i pregiudizi. Lo studente ha ricordato anche le numerose iniziative che li vedono protagonisti “per la promozione dei principi della legalità e della cittadinanza attiva”. La scuola, ha proseguito “deve essere concepita come luogo deve crescere ed integrarsi”. 

“Presidente, i ragazzi vorrebbero fare una foto con lei” “Prego, è lei che comanda”. È il simpatico botta e risposta tra il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il giornalista che presenta l’iniziativa all’istituto Guido Carli di Casal di Principe. Alla fine Mattarella si è fatto fotografare con gli studenti.

La promessa a don Diana

 “Ventinove anni fa promisi sulla bara di don Diana che il suo sacrificio non sarebbe stato vano, e oggi la sua visita, Presidente Mattarella, dimostra che quella promessa è stata mantenuta”. Così il sindaco di Casal di Principe Renato Natale si è rivolto dal palco della palestra dell’istituto tecnico Guido Carli al Capo dello Stato Sergio Mattarella, seduto in prima fila. Proprio il 21 marzo di 29 anni fa, in ventimila parteciparono al funerale di don Peppe Diana: le lenzuola bianche invasero Casal di Principe, e da lì è rinata la città. “Sono nate associazioni di volontari, sono state fatte iniziative antimafia, e trincea dopo trincea i casalesi hanno riconquistato la libertà dalla camorra, fin quando non fu affisso per i muri della città lo striscione ‘qui la camorra ha perso'”.

“Ho accolto stamattina a Casal di Principe il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione della giornata per la legalità in onore di Don Peppe Diana, ha fatto visita alla scuola superiore Guido Carli. Una mattina emozionante nel segno della lotta alla camorra.” ha dichiarato il presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca.

L’emozione dell’amico-testimone

 “La visita alla tomba di Don Diana è stata molto emozionante. Al presidente Mattarella ho detto che abbiamo una storia in comune visto che entrambi abbiamo sorretto i nostri fratelli mentre morivano. E lui mi ha risposto: ‘io ti conosco’ “. Lo ha detto Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Diana, parlando con i giornalisti all’esterno dell’istituto tecnico Guido Carli di Casal di Principe, dove il presidente Mattarella ha tenuto la seconda tappa della sua visita sulle orme del sacerdote ucciso dalla camorra.

“Ho consegnato – ha aggiunto Di Meo – una lettera al presidente Mattarella per dirgli che dopo 29 anni non sono stato ancora riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia, e lo dico non solo per me, ma anche per questo territorio, perché se non ci fosse stata la mia denuncia oggi non staremmo qua”. 

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