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Allevatori piombano su Montecitorio: “Sarà il giorno della vergogna per le istituzioni”

Casal di Principe. Basta deroghe in nome di una emergenza tanto strumentale quanto mai dichiarata

Si riporti il Piano antibrucella alle regole ordinarie dell’UE. Quelle che hanno già funzionato.

Il “Giorno della Vergogna per le istituzioni” 11 marzo 2023, aprirà una fase nuova della mobilitazione del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino che ha come obiettivo quello di chiedere che “la politica faccia quello che deve e che è giusto senza lasciarsi più condizionare dalle lobbies e da interessi opachi come ha fatto la Giunta Regionale Campana allorquando l’8 marzo scorso, tradendo gli impegni che aveva assunto di avviare un ripensamento della sua strategia fallimentare, ha ceduto ai ricatti ed alle pressioni di quei gruppi di potere che non hanno alcun interesse a risolvere i problemi ed a debellare la BRC e la TBC in provincia di Caserta”.

 

Il Coordinamento annunciando che a breve (entro lunedi) divulgherà il programma e i documenti del GIORNO DELLA VERGOGNA DELLE ISTITUZIONI e della fase successiva, per intanto comincia a rendere pubblici i singoli atti che lo preparano.

 

Il primo evento riguarda la Petizione Europea che chiede alla Commissione Europea di intervenire perchè la Regione Campania sia richiamata al rispetto delle Direttive Coimunitarie. La Petizione (registrata agli atti con il numero 1024/2022) sarà discussa il 23 marzo a Bruxelles nella sede della Commissione PETI del Parlamento e sottoposta al vaglio di legittimità dei Parlamentari Europei per essere inoltrata alla valutazione della Commissione.

 

Il 23 marzo Gianni Fabbris, firmatario della petizione a nome del Coordinamento Unitario, sarà a Bruxelles per essere udito formalmente dopo che la aveva già presentata in una pubblica iniziativa all’Europarlamento il 7 dicembre scorso insieme al Prof. Vincenzo Caporale (già rappresentante dell’Italia nell’OIE, professore veterinario, direttore del Centro di Referenza Nazionale per la Brucellosi e responsabile tecnico e scientifico del Piano positivo che ha già risolto i problemi della Brucellosi in Provincia di Caserta fra il 2007 e il 2011).

 

Il 9 Marzo prossimo presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio a Roma, il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino presenterà la petizione ai parlamentari italiani chiedendo il loro interessamento; il Coordinamento sarà ospite di una iniziativa dell’On.le Franco Mari (eletto a Salerno per SI) cui si sono aggiunti (a sottolineare la trasversalità di una iniziativa che chiama in causa tutte le forze politiche in ragione della difesa di un territorio e di un comparto che è la terza DOP nazionale dei formaggi) altri 3 parlamentari eletti nel territorio di differenti forze politiche di maggioranza e opposizione: gli On.li Marco Cerreto (per FdI), Gianpiero Zinzi (per la Lega), Alessandro Ciaramiello (M5S)

 

La lettera di invito è stata inviata oggi a tutti i componenti delle Commissioni Agricoltura e Salute di Camera e Senato ed ai dirigenti del Ministero dell’Agricoltura e della Salute.

 

Oltre questa iniziativa il Coordinamento, in preparazione della mobilitazione dell’11, ha in cantiere altre attività che chiamano in causa le istituzioni e la politica. Nella giornata di domani (3 marzo) e di sabato (4 Marzo) verranno rese note sia le richieste indirizzate ai Presidenti della Commissione Agricoltura e Salute del Senato per istituire una “Indagine conoscitiva” sulla vicenda del Piano antibrucella e sulle circostanze del suo fallimento in provincia di Caserta e le richieste di incontro indirizzate ai ministri competenti con l’obiettivo di chiedere al Governo di intervenire.

 

Con il Governo in carica fino ad ottobre 2022 non sono bastate le petizioni e gli scioperi della fame per incontrare il Ministro alla Salute Roberto Speranza. Oggi il movimento degli allevatori torna a chiedere l’ascolto e l’intervento per risolvere una vertenza che riguarda non solo il territorio casertano e Terra di Lavoro (il che comunque sarebbe un motivo di per se decisivo) ma il destino di tutto l’agroalimentare di territorio nazionale.

 

In attesa di divulgare le modalità del “GIORNO DELLA VERGOGNA DELLE ISTITUZIONI”, Gianni Fabbris sottolinea: “E’ arrivato il tempo di risolvere i problemi come da oltre un anno chiede e indica il Coordinamento, non c’è più nessuna scusa credibile per non aprire il confronto con gli allevatori in mobilitazione. La Regione farebbe bene a prendere atto della situazione, a rinunciare ai continui tentativi di dividerci e delegittimarci e ad aprire il tavolo di confronto dismettendo la stretagia perdente che la isola e la fa arroccare. Non è finalmente chiaro quanto è inutile il tentativo di fiaccare la resistenza degli allevatori? Ormai, hanno ben chiaro quali sono le soluzioni: le abbiamo messe nere su bianco da mesi. Insieme alle denunce, abbiamo puntualmente avanzato proposte tanto di buon senso che la Regione e la politica stanno (lentamente ma inesorabilmente) tentando di realizzarle (anche se poi provano maldestremente a prendersene il merito nel tentativo illusorio di non riconoscerci). Si veda la vaccinazione, l’autocontrollo, gli indennizzi o i risarcimenti al territorio che si annunciano dietro l’angolo (vedremo!). Il punto ormai è chiaro: le nostre proposte sono le uniche credibili in campo sia sul piano sociale che scientifico e inevitabilmente dovranno essere realizzate se non si vuole il disastro assoluto. Il punto è a quale prezzo? Con quali tempi? Con quale credibilità? Cosa rimarrà del comparto se non si interviene rapidamente e senza più ricorrere ai piccoli imbrogli come quelli di chi ha scritto l’ultimo piano fallimentare? La Regione farebbe bene ad ascoltare meno le sirene della sua Task Force che ha l’unico obiettivo di continuare a gestire prebende e rendite di posizione tentando di inquinare qualsiasi soluzione dei problemi invocando ogni volta L’EMERGENZA (una volta la Camorra, un’altra la BRC, ecc,,). L’unica vera emergenza è il dato sotto gli occhi di chiunque voglia e sappia leggere i numeri: il piano voluto dalla Task Force guidata dal Dott. Antonio Limone è un fallimento continuo imposto in nome di una emergenza tanto indimostrata quanto mai dichiarata. Una emergenza funzionale a piegare, aggirare ed eludere le regole ordinarie come, ad esempio quelle europee pensate da scienziati ed applicate in tante altre aree con esito positivo. Regole ordinarie che furono già alla base del Piano attuato dal Centro di Referenza Nazionale antibrucella fra il 2007 e 2011 e che permisero di risolvere la zoonosi in Provincia di Caserta, portandola dal 17% a meno dell’1%. Chissà perchè finora nessuno ha mai sentito il bisogno di spiegare come sia possibile che, una volta che la direzione del Piano è passato alla Task Force della Regione Campania, la BRC è tornata al 17% o a valori prossimi con l’area coinvolta che si estende e le aziende che chiudono. O meglio, ci hanno provato con tentativi risibili, cercando di dare la colpa agli allevatori che vanno in tribunale per avere ragione della loro arroganza o a fantomatiche bande di camorristi che operano sul territorio. Ora il tempo è scaduto e chi ha sbagliato e continua a sbagliare deve rendere conto e farsi da parte”