CASAL DI PRINCIPE/CAPUA. Nove interdittive antimafia sono state adottate dalla Prefettura di Caserta da inizio nei confronti di aziende e coop attive nel settore socio-assistenziale e operanti nell’area del Casertano nota come “agro-caleno”, in particolare a Sparanise e nei centri limitrofi.
Il Comune di Sparanise infatti è stato sciolto il 16 dicembre scorso dal ministero dall’Interno per infiltrazioni camorristiche, emerse in seguito a una indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Squadra Mobile di Caserta sull’attività nel settore dei servizi sociali e di assistenza alle persone sul territorio dell’agro-caleno da alcune coop, controllate da personaggi che per gli inquirenti ritengono vicini al clan dei Casalesi.
Tra questi figura Eufrasia Del Vecchio, detta Esia, sorella di Carlo Del Vecchio, storico referente dei Casalesi a Santa Maria Capua Vetere da anni detenuto, e legata da vincoli di parentela alla famiglia camorristica degli Schiavone. Tra gli indagati l’ex sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, che risponde di corruzione e turbativa d’asta, e numerosi imprenditori noti sul territorio perché gestori di coop socio-assistenziali che da anni lavorano con Comuni ed enti pubblici.
Il bilancio
Dopo lo scioglimento del Comune di Sparanise, la prefettura di Caserta guidata da Giuseppe Castaldo ha intensificato l’attività di analisi delle coop coinvolte nell’indagine, negando loro la certificazione antimafia necessaria per poter prendere appalti dalle pubbliche amministrazioni. Negli ultimi dodici mesi, in particolare nel periodo compreso tra la giornata di ieri, 28 febbraio 2023, e il 28 febbraio dello scorso anno, sono 40 le interdittive totali disposte dalla prefettura di Caserta; con le nove riguardanti il settore socio-assistenziali, le altre interdittive hanno colpito aziende operanti nel settore caseario, della distribuzione, dell’edilizia ed esercizi commerciali.