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Appalti e clan, tutti salvi in Appello: prescrizione anche per l’ex sindaco

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Con la caduta dell’aggravante camorristica e la derubricazione del reato di corruzione si è sgretolato il castello accusatorio nella vicenda dei lavori per il recupero di palazzo Teti. La Corte di Appello di Napoli, infatti, ha applicato la prescrizione dei reati per tutti gli imputati coinvolti nel processo.

Reati prescritti, quindi, ed assoluzione per l’ex sindaco di Santa Maria, Biagio Maria Di Muro, per l’ex dirigente l’ufficio tecnico comunale, Roberto Di Tommaso, per il costruttore Guglielmo Zagaria ed il ristoratore, Alessandro Zagaria di Casapesenna.

Rispetto alle richieste dell’accusa le pene inflitte agli imputati in primo grado furono meno gravose e cioè per l’ex sindaco Biagio Maria Di Muro, 5 anni e sei mesi, 6 anni a Guglielmo La Regina, 4 anni a Vincenzo Manocchio, un anno con pena sospesa a Roberto Di Tommaso, assolti gli imprenditori Francesco e Nicola Madonna, quattro anni ad Alessandro Zagaria per il quale fu disposto l’immediato rilascio.

Sessantacinque anni di reclusione erano stati richiesti dal sostituto procuratore della DDA di Napoli, Alessandro D’Alessio al termine della sua requisitoria nel processo a carico di Alessandro Zagaria, l’ex sindaco della città del foro, Biagio Maria Di Muro ed altri imputati coinvolti nell’inchiesta sulle presunte tangenti per i lavori per la ristrutturazione del Palazzo Teti, bene confiscato e annesso al patrimonio dello Stato. L’accusa si riferiva ad un giro di tangenti che sarebbero state versate per i lavori di recupero di Palazzo Teti – Maffuccini, dove soggiornò Garibaldi e che ora è stato affidato al comune per destinarlo a sede di uffici istituzionali e di rappresentanza.