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La pentita di camorra, Rosa Amato, si racconta a Raidue. VIDEO ALL’INTERNO

Santa Maria Capua Vetere. Si è raccontata alle telecamere di Raidue nella trasmissione Storie. La vita di Rosa Amato, studentessa di giurisprudenza che voleva diventare avvocato, è cambiata in una notte. La notte in cui suo fratello Carlo venne ucciso da uno scagnozzo del clan dei casalesi durante una serata in discoteca. Carlo morì dissanguato a causa di diverse coltellate, davanti agli occhi di tanti che lo vedevano morire senza soccorrerlo. A quella festa c’era anche Walter Schiavone, figlio minore di Francesco “Sandokan”Schiavone, accompagnato dalla sua scorta. I responsabili di quell’omicidio non sono mai stati individuati: nessun testimone, nemmeno i suoi amici, sono disposti a raccontare. Tutti hanno paura dei “Casalesi”.

 

Clan Amato

 

«Il clan Amato nasce dopo l’omicidio di Carlo. Mio padre (Salvatore Amato, ndr) – racconta Rosa – lo fondò prima di tutto per cercare verità e vendetta sulla morte di mio fratello, ma la sua rabbia fu dettata anche dall’omertà dei nostri concittadini. Tutti a Santa Maria avevano paura dei Casalesi, tanto che nessuno ha mai parlato riguardo l’omicidio di Carlo. Mio padre pensò: “ora devono avere paura anche di me”». Dieci anni fa inizia la collaborazione di giustizia di Rosa Amato. Trasferita da un carcere all’altro, allontanata dalla figlia di pochi anni, Rosa rivede con dolore e lucidità la sua storia e le sue scelte. E alla fine decide di collaborare con la giustizia. Oggi Rosa Amato vive in una località segreta con i suoi 2 figli.

 

 

 

 

https://youtu.be/jb-tx_UnVww