Caserta. È morta dopo diversi mesi di agonia R. F, deceduta per un arresto cardio respiratorio dopo aver maturato un’importante infezione nosocomiale. Tutto inizia il 29 agosto 2018, quando la donna viene ricoverata all’azienda ospedaliera casertana per una frattura del femore sinistro.
Il 25 settembre 2018 la donna torna in ospedale, per una riapertura spontanea della cicatrice. A questo punto, il 28 novembre, l’equipe del nosocomio casertano decide di rimuovere la protesi. Dai vari esami, si scopre che la signora ha contratto un germe, il Klebsiella Pneumoniae. Il 16 dicembre 2018 la paziente muore. Secondo Di Lorenzo, avvocato della famiglia, la donna sarebbe morta per un’“affezione contratta nel reparto di degenza che va ricondotta, necessariamente, a mancata osservanza delle norme a tutela della asepsi nella manipolazione del paziente da parte del personale medico e paramedico al momento dell’intervento chirurgico. Alla luce di quanto finora espresso – continua ancora Di Lorenzo -, appare pertanto comprovata, sulla base della classica criteriologia medico-legale, la sussistenza del nesso causale tra una condotta medica colposa ed il decesso della paziente”.