MARCIANISE. Ancora una fumata nera al termine del secondo confronto tra i sindacati e i vertici della multinazionale Jabil sulla questione dei 190 licenziamenti annunciati dall’azienda per il sito produttivo di Marcianise.
I rappresentanti dell’azienda hanno infatti ribadito, anche alla presenza di rappresentanti di Confindustria, che non ritireranno la procedura di licenziamento collettivo annunciata tre settimane fa; anche il 29 settembre scorso, nel corso del primo round del confronto la Jabil disse a chiare lettere che sarebbe andata per la propria strada, che è quella di alleggerire l’organico, attualmente composto da 440 lavoratori, per arrivare ad una forza lavoro di 250 unità, cifra ritenuto adeguata alla mole di commesse che ha la Jabil.
Come il primo confronto di fine settembre, anche quello di oggi si è tenuto in modalità telematica, e l’esito è stato analogo (prossimo confronto il 28 ottobre). Anzi, nel corso del tavolo, è emersa un’altra “brutta notizia” per i lavoratori Jabil, ovvero che sarebbe sfumata la costituzione della New-Co tra l’azienda di Portico di Caserta Tme e Invitalia (società del Ministro dell’Economia), che avrebbe dovuto assumere, come annunciato anche più volte dal Governo, fino a duecento lavoratori dalla Jabil.
L’operazione di passaggio aveva delle scadenze, ma solo una trentina di addetti ha accettato di essere licenziata da Jabil (tecnicamente si chiama non opposizione al licenziamento, ndr) e ricollocata nella New-Co, così la nuova società potrebbe non vedere mai la luce e potrebbe fallire questa ipotesi di reindustrializzazione. Peraltro anche le altre ricollocazioni di lavoratori ex Jabil in aziende del casertano – passaggi avvenuti spesso a spese della stessa Jabil che ha pagato sia i lavoratori che le imprese che li riassumevano – non sono mai decollate.