CASERTA. “Il popolo di Terra di Lavoro merita rispetto”: sono le parole dello striscione che ha aperto ieri sera a Caserta la fiaccolata degli allevatori bufalini, giunti nel capoluogo della Reggia con decine di trattori, parcheggiate tra piazza Vanvitelli, sede della prefettura, e davanti al Monumento ai Caduti, vicino alla Asl.
Due luoghi scelti perché rappresentano istituzioni coinvolte, nella vertenza che da mesi vede contrapposti gli allevatori della bufala campana alla Regione, con i primi che chiedono il ritiro del piano regionale di eradicazione della brucellosi e della tbc bufalina, che in dieci anni ha portato alla macellazione di 140mila capi di cui solo l’1,4% realmente malato. L’Asl è l’autorità che invia per conto della Regione i veterinari nelle aziende a certificare la presenza o meno della malattia e a decidere gli abbattimenti.
Alla prefettura invece gli allevatori hanno chiesto da tempo di aprire un tavolo di confronto con la partecipazione di Regione e Governo. “Istituzioni regionali e nazionali – dice Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino – devono sedersi a un tavolo in prefettura, perché la responsabilità di risolvere il problema è non solo di De Luca, ma anche del Ministro della Salute Speranza. Ma finora la politica è stata assente. Basta pensare che consiglieri regionali del Pd ci hanno detto che De Luca sabato vuole incontrarci ma ancora non abbiamo avuto convocazione”.
Sono intervenuti al presidio il candidato della Lega alle elezioni Gianpiero Zinzi e quello di FdI Marco Cerreto; presente come sempre a tutte le manifestazioni degli allevatori, il sindaco di Casal di Principe Renato Natale. “Non capisco come il centrosinistra – riflette Natale – non si sia ancora mosso su questa vertenza così grave. E lo abbia fatto ieri con una promessa di incontro, che non risolve nulla”. Per Francesco Geremia, segretario di Cna Campania Nord, unica tra le grandi associazioni di categoria a sostenere gli allevatori, “la politica deve dare risposte, qui c’è in gioco la sopravvivenza di un settore fondamentale per il Casertano, che fa girare un’intera economia”. Il presidio degli allevatori è continuato per tutta la notte.
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