PORTICO DI CASERTA. Dopo le due aggressioni che hanno dato il via alle indagini culminate nei tre arresti di ieri, i militari della stazione di Macerata Campania danno il via all’attività investigativa. A metà nell’abitazione di Leon Bifone si recavano i carabinieri per una perquisizione, al termine della quale trovavano 5 coltellini e alcuni residui di hashish oltre a un teaser elettrico con tirapugni.
Nell’androne del condominio dove Leon (figlio di Mario e nipote dell’ex boss Antonio) vive con la sua famiglia, i carabinieri trovarono inoltre un bilancino di precisione. La perquisizione veniva poi estesa al ristorante Leon di via Appia a Casapulla dove i militari trovavano 0,3 grammi di hashish e un bilancino di precisione nascosto sullo scaffale.
Poco dopo lo stesso Leon Bifone si presentò in caserma e si difese dicendo che il bilancino trovato nel ristorante, che viene gestito da altri familiari, era suo e che lui lo utilizzava per pesare il lievito e le pagnotte della pizza.
L’arma che sarebbe stata utilizzata per la spedizione punitiva, invece, venne trovata in via Sant’Agostino a Marcianise a casa di Kusyy Nazar: si trattava di una pistola a salve priva di tapp rosso con tanto di 35 cartucce a salve. Secondo le indagini quella pistola giocattolo era la stessa con cui Bifone mandò in frantumi il lunotto posteriore dell’auto utilizzata nel giorno della seconda aggressione, stavolta ai danni di R.A., il loro reale obiettivo.
Per arrivare alui avevano assalito la sera della festa il giovane G.G., provandogli a estorcere con violenza l’informazione su dove si trovasse l’amico.
I tre arrestati, Leon Bifone, Kusyy Nazar e Carmine Giannetti compariranno lunedì davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l’interrogatorio di garanzia. Attualmente sono reclusi in carcere.
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