La Senatrice ha rivendicato puntualmente il lavoro fatto negli anni a sostegno del Comparto Bufalino ed, in particolare, in quanto componente della Commissione Agricoltura del Senato.
Oltre che le innumerevoli interrogazioni presentate sia al Ministro dell’Agricoltura (prima a Centinaio, poi a Patuanelli) che sono rimaste nella quasi generalità senza risposta, ha raccontato, in particolare, il percorso che la ha visto proponente della richiesta di aprire una indagine conoscitiva presso la Commissione Agricoltura proprio sulla vicenda della tutela della filiera Bufalina. Percorso che ha prodotto in due anni di audizioni un “atto di indirizzo unitario sottoscritto da tutti i partiti componenti la commissione” e che impegnava il Governo ad adottare una serie di misure e iniziative per intervenire nella crisi con, fra l’altro, l’apertura di un tavolo intersettoriale fra i diversi ministeri specifico sulla filiera bufalina e l’adozione di una serie di misure a sostegno dei produttori e della filiera.
La Senatrice ha ripercorso il lavoro fatto per “arrivare ad una risoluzione unitaria coinvolgendo tutti i partiti e per impegnare il Governo” che ha portato nel giugno 2020 ad adottare l’atto di indirizzo. “Atto rimasto inascoltato e mai applicato nonostante le mie molte sollecitazioni sia personali che istituzionali e formali fatte al Ministro Patuanelli ed al Sottosegretario Centinaio”.
“Non ci sorprende questo esito. Ci è sempre più chiaro come sul piano politico sia mancata la volontà politica di risolvere e affrontare i problemi. Un atto, comunque, lacunoso” ha sostenuto Fabbris, ricordando che “il Coordinamento Unitario ha chiesto anche attraverso la disponibilità formale della Senatrice Lombardo e di altri parlamentari incontrati e sollecitati fra maggio e giugno scorso, a riaprire la discussione ed a cambiare i contenuti di quel documento dal momento che era fondato su alcune evidenti falsità che sono emerse successivamente sia per l’operato della magistratura sia perchè i fatti li hanno smentiti.” Fabbris, ha fatto esplicitamente riferimento al fatto che quell’atto “pur importante” assumeva le posizioni della Regione Campania e dei suoi esperti che sostenevano evidenti falsità sulla vicenda della vaccinazione e dell’autocontrollo.
La Senatrice Lonardo ha nuovamente dato conto di come, in effetti, dopo l’incontro con i componenti del Coordinamento che avevano avanzato una richiesta formale alla Commissione Agricoltura di riaprire la discussione e il confronto ascoltado, fra l’altro, i Ministri Patuanelli e Speranza oltre che il Presidente De Luca, grazie al suo interessamento tutti i gruppi presenti al Senato in Commissione hanno a giugno scorso sottoscritto una richiesta al Presidente della Commissione Agricoltura del Senato (Senatore Vallardi) di riaprire il ciclo di audizioni convocando il Coordinamento e i Ministri.
“Nonostante il Presidente Vallardi, della Lega, si sia detto disponibile non ha mai provveduto a convocare le sedute pur avendolo io stessa più volte sollecitato.”
La Senatrice Lonardo ha rivolto un appello agli allevatori “Non fatevi prendere in giro e badate alla sostanza, chiedete a Salvini ed a Patuanelli del perchè non abbiano date risposte. Non basta venire ora a impegnarsi per il futuro, occorre dare conto del passato. I cittadini dovranno valutare attentamente chi e come dia garanzie di mantenere gli impegni”.
Prima di chiudere il confronto, la Senatrice ha risposto ad alcune domande sull’operato della Giunta Regionale della Campania e sulla responsabilità dei suoi esperti: “Io sono una parlamentare e rispondo per il mio ruolo istituzionale in parlamento ma sono stata Presidente del Consiglio Regionale della Campania ed ho sempre assolto al mio ruolo nella convenzione che la Regione debba garantire a tutti l’ascolto anche quando questo è scomodo. Non so perchè il Presidente De Luca e l’Assessore Caputo neghino il confronto, so che a casa Mastella, chiunque bussa trova una porta aperta come gesto minimo di correttezza e ascolto”.
Anche la giornata di oggi si è conclusa sotto i gazebo del presidio condividendo il sapore straordinario della Mozzarella di Bufala prodotta con il latte degli allevatori del territorio e dai caseifici artigianali che animano la mobilitazione. Ancora una volta il rito di condividere un cibo unico frutto del dono di animali antichi e della fatica di uomini e donne che stanno resistendo nonostante l’aggressione della speculazione e del malgoverno si è riprodotto rendendo sempre più evidente le raghioni della mobilitazione.
La resistenza degli allevatori non si fermerà