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Banda dello champagne, prima svolta dopo il doppio arresto

MARCIANISE/PORTICO DI CASERTA/CAPODRISE/SANTA MARIA CAPUA VETERE.  Prima svolta dopo l’arresto della banda dello champagne. Il gip Alessia Stadio ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Foglia e revocato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Dear Istrefi, 24 anni, uno dei due arrestati dalla polizia un mese fa per i raid a colpi di bollicine a rivenditori e supermercati.

Il giovane è stato scarcerato per motivi di salute. Il gip ha sostituito la misura del carcere con quella degli arresti domiciliari che sconterà nella sua abitazione di San Tammaro. Nelle prossime ore potrebbe essere presa la decisione anche per l’altro fermato, Erjon Kaferi.

I due sono accuasti di rapina e furti pluriaggravati ai danni di due imprenditori, titolari di rivendite all’ingrosso di vini e liquori di pregio. L’attività investigativa ha preso le mosse dalla rapina consumata la notte dello scorso 26 giugno, quando due soggetti, entrati nell’esercizio commerciale “Distribuzioni Siciliano” in Capodrise alla via Ponteselice, praticando un foro nel muro perimetrale, aggredivano il custode con calci, pugni e oggetti contundenti, sottraendo numerose bottiglie di champagne per un valore di circa 70.000 euro, dandosi subito dopo alla fuga.

Due colpi da 88mila euro

L’azione criminosa aveva numerose analogie con: – un furto consumato in danno della medesima azienda il 4 giugno 2022 allorquando due soggetti, previa effrazione di una finestra, si introducevano all’interno del magazzino, sottraendo bottiglie di champagne per un valore di circa 30.000 euro e 20.000 euro di denaro contante;

– un furto consumato in danno dell’azienda “Special Drinks”, in Portico di Caserta l’11 giugno 2022, allorquando sempre due soggetti si introducevano nel deposito, sottraendo 200 bottiglie di champagne per un valore di circa 58.000 euro e 6.000 euro di denaro contante.

La perquisizione

Nel corso della perquisizione venivano rinvenute e sottoposte a sequestro numerose cose pertinenti ai reati sopra richiamati quali, in particolare, capi d’abbigliamento e telefoni cellulari con risultanze informatiche rilevanti per l’attribuzione alla responsabilità dei due dei fatti in contestazione.